5 ottobre: migliaia di studenti in piazza in tutta Italia. Azioni contro banche e sedi istituzionali. Cariche e feriti.

Decine di migliaia di studenti e studentesse in piazza in tutta Italia, con più di 20 città interessate, oggi, 5 ottobre. Studenti medi e universitari in piazza in decine di città per la giornata di mobilitazione lanciata contro il governo Monti e le politiche di austerity.
La mobilitazione nazionale di oggi è la prima dall’inizio dell’anno scolastico, volendo sperare in un autunno sempre più caldo, riscaldato dalla lotta.
La giornata è stata caratterizzata da diverse azioni, la maggior parte dirette alle sedi delle Province e Regioni delle singole città, così come azioni rivolte alle banche o alla Siae. Cariche della polizia sono avvenute a Roma, Torino e Milano, con diversi feriti e fermati tra chi manifestava (feriti molti ragazzi di 16 anni: ecco la cura Monti!).
Pur non condividendo in pieno il senso della mobilitazione, che come altre spesso ancora purtroppo si attardano nella difesa acritica della scuola pubblica (pubblica o privata, la sua funzione è la medesima: formare schiavi funzionali al sistema che ci domina) e contro i tagli ad una ricerca considerata ingenuamente come neutrale e non invece, com’è, uno strumento tra gli altri nelle mani del dominio (ed anche uno dei più pericolosi), pensiamo sia il caso di riportare la cronaca dei momenti e delle azioni succedutisi nelle varie manifestazioni.
Se alcuni di questi momenti e di queste azioni sono certamente sembrate la solita riproposizione della logica spettacolista, che mette in atto solo episodi simbolici e non di reale messa in discussione pratica di questo mondo (di cui la scuola è un tassello del mosaico, un pilastro della costruzione), altre pare abbiano voluto imboccare una strada più concreta e realmente critica rispetto alle consuetudini consolidate (pensiamo ai blocchi stradali, ai tentativi di rompere i cordoni di sicurezza degli sbirri o di deviare dai percorsi autorizzati, al riuscito tentativo di occupazione di un nuovo spazio liberato, alle diverse azioni contro le banche e le sedi istituzionali, che se anche fin troppo “moderate” hanno consapevolmente scelto i bersagli giusti…).
Se questi ultimi momenti e azioni sapranno farsi largo tra i flutti di merda dello spettacolismo studentesco, se rifiuteranno di recitare una sceneggiata per scatenarsi contro la materialità  del dominio normo-socio-economico che ci riduce a numeri tutti quanti, allora la cosa potrebbe farsi interessante.

 

A Torino, circa 2mila studenti e studentesse hanno deciso di deviare il percorso imposto dalla questura per recarsi al Palazzo della Regione. In via XX settembre un ingente schieramento di forze dell’ordine ha impedito loro di proseguire e successivamente ha dato vita a violenti cariche in seguito alle quali numerosi ragazzi e ragazze sono rimaste ferite. Secondo quanto rifericono i ragazzi del Collettivo studenti medi autorganizzati, durante le cariche delle forze dell’ordine sarebbero rimasti a terra contusi una trentina di manifestanti. In particolare due studenti sono rimasti feriti e trasferiti in ospedale: una giovane di 19 anni e uno studente di 16 anni, feriti alla testa.Una quindicina di studenti sono stati fermati, 8 sono già stati rilasciati (senza denuncia) mentre per gli altri si stanno valutando le accuse. Il corteo intanto, dopo le cariche si è ricompattato e ha proseguito fino all’università della facoltà di lettere, dove sono state bruciate sagome di Fassino, Cota, Fornero, Profumo e Monti.

A Bologna, traffico paralizzato e blocchi selvaggi fin dalle prime ore del mattino, quando gli spezzoni dei vari istituti e licei sono confluiti in Piazza XX Settembre. Non appena arrivati al concentramento, gli studenti si sono diretti verso il vicino Consolato Greco, strappando la bandiera greca ivi appesa e sostituendola con uno striscione. Un’azione per manifestare tutta la solidarietà nei confronti del popolo e del movimento della Grecia, che si batte da anni contro la crisi e da alcuni mesi contrasta le provocazioni nazi di Alba Dorata. Durante il percorso sono state sanzionate numerose banche con lanci di vernice e, dopo aver percorso la zona universitaria tra gli applausi dei passanti, si è giunti nella centralissima via Rizzoli, laddove è stata strappata un’ altra bandiera, stavolta quella della BNL, data poi in fiamme al termine del corteo, scioltosi in Piazza San Francesco.

A Pisa, il corteo che ha attraversato il centro, si è diretto verso il Comune con l’intenzione di entrarci. A presidiare il palazzo del primo cittadino, un ingente schieramento di polizia in assetto antisommossa che ha respinto gli studenti con una breve carica. Una volta ricompattato, il corteo è proseguito per poi concludersi con una partecipatissima assemblea in piazza Dante, chiudendo così un’intensa giornata di lotta contro il governo e i poteri forti dell’economia. Pisa è risultata una città blindata dalle forze dell’ordine che presidiavano banche e sedi delle associazioni di industriali.

Azioni anche a Modena, con il “sanzionamento” di diverse banche ma anche della Prefettura

A Palermo,  circa cinquemila studenti e studentesse. Il corteo, dietro lo striscione “contro crisi e austerità, riprendiamoci scuole e città”, ha paralizzato l’intero centro cittadino. Le urla degli studenti si sono scagliate in primis contro tutto l’arco parlamentare a sostegno del governo Monti, recriminando la precaria situazione che caratterizza la quotidianità della loro vita, fatta di costi esosi per affrontare le spese scolastiche e strutture decadenti e indecenti, e smascherando i concreti effetti di austerity, manovre finanziarie e tagli. La rabbia è stata indirizzata dunque nei confronti dei lobbysti a sostegno del governo Monti e della retorica della crisi attraverso cui viene perpetuato con sempre maggiore intensità un modello di sviluppo capitalistico neo-liberale: fatto di tagli e privatizzazioni, attacco al reddito e ai servizi pubblici come la scuola. In questo senso si è diretta l’azione con cui si è concluso il corteo: decine di tessere elettorali (degli studenti maggiorenni) sono infatti state date alle fiamme di fronte al palazzo della Presidenza della Regione Sicilia, luogo simbolo in questi giorni delle lobby di cui sopra.

A Roma, il corteo molto partecipato si è diretto verso il Ministero dell’Istruzione. Di fronte allo schieramento imponente delle forze dell’ordine ha deciso di dirigersi verso Porta Portese. La polizia particolarmente nervosa, dopo alcuni minuti di fronteggiamento davanti a Porta Portese, ha caricato il corteo, che ha risposto col lancio di oggetti in direzione degli agenti. Alcuni studenti sono stati strattonati e trascinati a terra da celerini e questurini che li hanno identificati. Qualcun altro ha ricevuti calci alla schiena o é stato fermato con un ginocchio poggiato sulla nuca. Poco dopo le cariche il corteo, proseguito per più di tre ore per le vie di Roma, si è sciolto rilanciando sull’assemblea cittadina di giovedì prossimo, in cui verranno decise le prossime scadenze di mobilitazione.

A Milano – durante il corteo milanese ci sono stati momenti di tensione con una carica  – con alcuni contusi e un giovane denunciato per aver lanciato un fumogeno – della Polizia davanti alla sede della Regione Lombardia. La manifestazione é partita, poco prima delle 10, da Largo Cairoli. Complessivamente un migliaio di ragazzi sopratutto delle superiori oltre che dell’università, si sono divisi in due tronconi. Il primo ha fatto azioni dimostrative nei confronti degli istituti di credito, la gran parte agenzie di Banca Intesa-San Paolo con riferimento al ministro Profumo che ne era l’amministratore delegato, e della Siae, la società dei diritti degli autori, e della Aie, l’associazione degli editori, per contestare in particolare il costo dei testi. Molte agenzie e filiali sono state ricoperte di scritte e di volantini e striscioni.
Il secondo gruppo invece ha avuto un comportamento più radicale: gli studenti sono andati in via Melchiorre Gioia, dove si trova Palazzo Lombardia e qui diversi con scudi di polistirolo e caschi, dopo aver lanciato uova e pietre, hanno cercato di forzare un cordone di sicurezza. Le forze dell’ordine hanno reagito con una carica per disperderli. Alcuni ragazzi sono rimasti contusi e uno di loro è stato denunciato.

A Massa, gli studenti e le studentesse scese in piazza hanno, durante il corteo, deciso di occupare uno stabile, una casa cantoniera. Nasce così Casa Rossa, un’altra forma di opposizione sociale in città che caratterizza il dissenso contro il governo dei banchieri e le misure di austerità implementate.

A Livorno circa 700 studenti. Lancio di uova contro alcune banche e qualche fumogeno. Alcune filiali di banche sono state ‘chiuse’ simbolicamente con del nastro da cantiere. A Livorno con gli studenti hanno sfilato alcuni comitati dei lavoratori precari e degli sfrattati.

A Napoli il corteo degli studenti é passato anche davanti alla sede della Provincia e della Regione contro cui i manifestanti hanno lanciato delle uova. Altre uova sono state lanciate dai manifestanti all’indirizzo di un’agenzia della BNL. Gridando slogan contro il Governo e il ministro Profumo, e facendo esplodere grossi petardi.

A Brescia è stata bloccata via Leonardo da Vinci e dove si passa sotto diverse scuole manifestando solidarietà alla lotta No Tav ed attaccando il ministro Profumo. La polizia è in assetto antisommossa a scortare il corteo.

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