“Nelle ore immediatamente successive a un’emergenza, l’invio spontaneo di beni di prima necessita’, cosi’ come l’istintiva disponibilita’ ad offrire il proprio impegno, rischiano, se non inseriti all’interno di un’organizzazione di volontariato di protezione civile gia’ riconosciuta, che garantisca formazione, equipaggiamento e coordinamento delle attivita’, di ostacolare la macchina dei soccorsi e di assistenza“. E’ quanto sottolineano la Protezione civile nazionale e dell’Emilia Romagna.
Com’era prevedibile l’aiuto auto-organizzato agli sfollati ha riempito d’ira questi soldatini-umanitari. La loro gestione autoritaria dell’emergenza e dell’aiuto è messa in pericolo dalla volontà di bypassare i canali istituzionali di soccorso e di condivisione. La sperimentazione autogestionaria, specialmente in casi “d’emergenza”, apre infinite prospettive di rottura con il loro sistema di dominio.
Che i secondini-civili sbraitino pure, andremo avanti nell’aiuto al di fuori di ogni schematismo emergenziale e di ogni lager-campo gestito da sbirri in divisa o senza.