Ci piace stordirci e perderci in passatempi fini a se stessi.
Ma non vogliamo riappropriarci del tempo della rivolta.
Ci piace “amare” e circondarci di amicizie.
Ma, forse, non vogliamo semplicemente affrontare la solitudine.
Ci piace dileggiare il potere e disprezzarlo.
Ma non vogliamo fare a meno delle sue comodità, né passare dalle parole ai fatti.
Ci piace farci grossi per il nostro preteso “spirito irriverente e rivoluzionario”.
Ma non vogliamo esporci troppo.
Ci piace sproloquiare di anarchia e di libertà.
Ma non vogliamo metterci sul cammino della distruzione reale.
Ci piace entrare nella parte del colto topo di biblioteca.
Ma non vogliamo armonizzare teoria e pratica in una prospettiva conflittuale.
Ci piace piangere sulle nostre disgrazie e repressioni.
Ma non vogliamo restituire pan per focaccia.
Ci piace urlare “sbirri porci assassini” ai quattro venti.
Ma non vogliamo che essi ci sentano.
Ci piace alzare i calici quando un poliziotto muore.
Ma non vogliamo caricarci sulle spalle una faretra cui metter mano senza pietà.
Ci piace vedere roghi nella notte.
Ma non vogliamo che escano dai filmati in televisione e si propaghino.
Ci piace ascoltare ed esultare per anonime esplosioni.
Ma non vogliamo che le narrazioni siano in prima persona.
Ben vengano le contraddizioni. Un individuo senza alcuna contraddizione è un automa fabbricato alla scuola culturale del capitale.
Ma viltà, paura ed ipocrisia travalicano. Qui entriamo nel regno della miserevolezza, e di quel tipo che non merita alcuna compassione.
Per fortuna ancora esistono uomini e donne che non hanno prezzo e che non ambiscono a compromessi e comodità
Questi uomini e queste donne vogliono solo veder bruciare il mondo, con loro non si tratta.
Che tutti gli altri continuino a giostrarsi frustazioni e falsità. Che il fuoco li risvegli o li polverizzi.
A. I.