Per le cosiddette attività di controllo strutturale e di contrasto allo sciacallaggio, gli sbirri si stanno avvalendo, in tutto i territori dell’Emilia Romagna colpiti dal terremoto, dei droni sviluppati dal GREAL (Geographic Research And Application Laboratory) dell’Università Europea di Roma.
Questi droni dotati di telecamere possono facilmente intrufolarsi all’interno di case e capannoni, oltre a sorvolare qualsiasi obiettivo, per poi registrare ed elaborare immediatamente le immagini acquisite a computer. Queste vengono infine messe a disposizione delle autorità.
Se nella fase iniziale “post-terremoto” i droni erano stati utilizzati “soltanto” per assistere operazioni di ripristino e di demolizione strutturali, ora vengono sguinzagliati in lungo e in largo, con la giustificazione di poter meglio verificare e immortalare crepe e situazioni critiche nei pressi di abitazioni e capannoni, oltre che per prevenire lo sciacallaggio.
Si è venuta quindi a creare una situazione in cui il controllo sulle popolazioni è assicurato oltre che dalla massiccia presenza dei reparti mobili delle varie forze di polizia e dell’esercito anche da una sorveglianza tecnologica aerea. Una sinergia tra monitoraggio video ad ampia visuale e presidio capillare del territorio che risulterà indispensabile alle forze dell’ordine nella futura ipotetica messa in atto degli sgomberi dei campi autogestiti. È di lunedì 18 giugno infatti l’entrata in vigore su alcuni comuni dell’ordinanza che prevede lo sgombero coatto dei campi auto-organizzati.
Come da prassi contro-insurrezionale ed “emergenziale”, lo spionaggio aereo a bassa quota per mezzo dell’impiego di droni assurge a strumento principe del controllo e dell’acquisizione di dati propedeutici ad operazioni di forza compiute dalle forze dell’ordine e/o dai militari.
Una videosorveglianza in tempo reale, gestita per via remota che permette di avere sotto controllo qualunque flusso di movimento anche in paesi non intensamente coperti da telecamere fisse, particolarmente utile in caso di sgomberi forzati e di probabili reazioni di massa delle popolazioni sfollate.
Anche in questo caso, per le operazioni di spionaggio e di controllo sociale, sbirri e militari si avvalgono del prezioso apporto delle Università italiane e dei loro apparati di ricerca.
Il connubio tra ricerca, gestione emergenziale degli scenari di crisi e presenza militare massiccia, come a L’Aquila, trova come banco di prova, in previsione di futuri utilizzi in situazioni insurrezionali, le cosiddette “calamità naturali, dove l’irregimentazione della popolazione ed il suo controllo fisico/tecnologico diventa di primaria importanza strategica per il dominio.
GREAL- Geographic Research and Application Laboratory – Università Europea di Roma – Via degli Aldobrandeschi 190 – 00163 – Roma, Italy
Tel: +39-06-66543878; Fax: +39-06-66543840
Email: gianluca.casagrande@greal.eu
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