È tempo di aprire agli Ogm: ce lo chiede l’Europa. Anzi, ce lo impone.
La Corte di Giustizia ha infatti condannato l’Italia per avere vietato la coltivazione di mais Mon810 alla multinazionale statunitense Pioneer Hi Bred. Che, nel 2008, aveva fatto causa al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali per non avere permesso alla sua filiale italiana di coltivare il cereale sviluppato da Monsanto.
Secondo la Corte, se la coltivazione di una pianta geneticamente modificata è già stata autorizzata dall’Unione, non c’è sovranità nazionale che tenga, e ogni Stato membro si deve adeguare.
I giudici europei non hanno dubbi: “La messa in coltura di organismi geneticamente modificati quali le varietà del mais Mon810 non può essere assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione quando l’impiego e la commercializzazione di tali varietà sono autorizzati […] e le medesime varietà sono state iscritte nel catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole”. Non solo, la Corte ricorda che le direttive europee non consentono “ad uno Stato membro di opporsi in via generale alla messa in coltura sul suo territorio di tali organismi”.
Si preannunciano nuove battaglie legali. Intanto il ministro italiano dell`ambiente Clini ha fatto sapere che e` interessato ad aprire una riflessione sugli OGM. La sua idea e` che possano portare benefici. Alle tasche dei suoi amici in carica alle multinazionali, innanzitutto!