(Da http://neroveleno.over-blog.it )
Stamattina 21 gennaio nel tribunale di Torino si è svolta la seconda udienza del “processone” NoTav. Non eravamo numerosx tuttavia sufficienti a far sentire la nostra presenza. Visto il piccolo numero di compagnx l’udienza è stata spostata dall’aula maxi in una meno spaziosa. Qui,dopo l’appello, contornato da un lungo parlottare fra corte e avvocatx che l’attorniavano, la prima ha annunciato lo spostamento della sede del processo nell’aula bunker del carcere delle Vallette (in quanto, questa la versione ufficiosa della corte,”non c’è disponibilità di aule”) e il seguente calendario:
la prossima udienza si terrà (nell’aula bunker) il 1° febbraio con inizio alle 9,30; al centro del processo quel giorno ci sarà l’accorpamento al “processone” delle compagne e dei compagni “rinviatx a giudizio” il 19 dicembre 2012;
l’udienza immediatamente successiva è fissata invece per il 14 febbraio, quando verrà affrontato il “vizio di forma” riguardante una compagna, per passare subito dopo ai “preliminari”, cioè all’inizio vero e proprio del processo. Questo nelle intenzioni della corte.
Prima della conclusione dell’udienza un compagno è riuscito a leggere un appello preparato al volo un po’ da tuttx, per la liberazione immediata di Juan (il solo dell’inchiesta NoTav sottoposto ancora alle “misure cautelari”seppur ai domiciliari), a cui sono seguite le urla “Juan libero”, “Liberi tuttx” lanciate da tuttx noi.
Subito dopo si è sviluppata un’assemblea fra le/i NoTav presenti. Qui è stata assunta la volontà di far propria la chiamata generale lanciata nei giorni scorsi dalla valle sulla mobilitazione per l’udienza del 1° febbraio contro il tentativo di bunkerizzare il processo, cioè di chiudere il movimento No Tav nella morsa della “pericolosità sociale”, dell’ “emergenza” e peggio. Lo spostamento del “processone” nell’aula bunker adiacente ad un carcere in realtà implica l’isolamento del processo dalla popolazione, il tentativo di intimidire ulteriormente attraverso compagne e compagni “imputatx” l’insieme del movimento di resistenza e di elevare il peso delle condanne.
Così il 1° febbraio siamo tuttx chiamatx davanti all’aula bunker del carcere delle Vallette (viale Regina Margherita, 242) per respingere il tentativo di bunkerizzare il processo con un presidio combattivo unito a diverse modalità di presenza in quell’aula compresa naturalmente la volontà dell’immediata scarcerazione di Juan.
Il mattino del gorno seguente è arrivata la notizia della scarcerazione di Juan, ora imbrigliato “soltanto” nel “divieto di dimora nella provincia di Torino”.
Un abbraccio al compagno da tuttx noi.