Se gli spazi occupati ed autogestiti dai compagni e dagli antifascisti vengono sgomberati con i reparti antisommossa o si cerca di farli chiudere in ogni maniera possibile quando dotati di regolare contratto d’affitto o comodato d’uso, vi sono anche spazi difesi strenuamente dai sicari in divisa: le sedi e gli spazi dei fascisti.
Abbiamo ben visto in tutti questi anni, e negli ultimi tempi ancor più, come, ad ogni protesta contro la loro presenza, la difesa di questi “fascisti del terzo millennio” da parte della celere sia stata la loro arma maggiore (anche osservando il numero di denunciati tra i compagni che hanno “osato” contestare l’esistenza stessa dei neofascisti, al contrario della teoria “democratica” che vorrebbe che anche a questi fosse concesso il giusto spazio).
La novità, in questo caso, sta che a Torino la sbirraglia (che si rifà ancora alle procedure del T.U.L.P.S. varate durante il ventennio) si è schierata a protezione di una sede fascista OCCUPATA da un fantomatico gruppo che si chiama “Soccorso Tricolore”, gruppo fascista che cavalcando la “crisi” ed il clima che si respira a Torino, dove i compagni sono attivissimi nella lotta contro gli sfratti e a supporto delle situazioni abitative (occupazioni in primis), tentano di accreditarsi come associazione che si occupa appunto di questioni abitative e sfratti. Ma se a Torino i compagni devono combattere per le strade, pugno su pugno e metro per metro, contro le cariche degli sbirri per evitare sfratti e sgomberi, al contrario gli spazi dei fascisti, anche se occupati (e quindi teoricamente non riconosciuti dalle istituzioni), godono di una efficiente protezione (e chissà che tra breve non vedremo anche da noi, come accade già da qualche tempo nelle strade della Grecia, poliziotti e neofascisti andar sottobraccio nei quartieri a caccia di immigrati e compagni).
E’ successo così che il 25 Maggio 2013, in occasione dell’inaugurazione di “OSA Lingotto”, autodichiaratosi “centro sociale di destra”, un presidio antifascista autoconvocato, con in testa uno striscione che recitava “Fuori i fascisti dal quartiere”, si è mosso per le vie del quartiere stesso, salvo poi essere bloccato da ingenti forze di polizia in antisommossa che hanno presidiato per tutto il tempo gli ingressi dello stabile occupato dai fascisti (al termine del presidio-corteo si è comunque formata una piccola assemblea spontanea, composta per il 90% da ragazzi e ragazze di zona, che, per contrastare la presenza fascista, ha dato vita al Comitato Antifascista Torino Sud).
Come dire che se ad occupare sono i fascisti, possono farlo in tutta tranquillità e con la protezione dei camerati in divisa. Per gli antifascisti che, anche a fronte di questa evidente connivenza, decidono di sgomberare da sè gli spazi dei neofascisti per ricacciarli finalmente nelle fogne da dove provengono, lo stato repubblicano “democratico” nato dalla “Resistenza” non ha che da offrire manganelli, denunce, fogli di via e carcere.
La chiamano democrazia!
La chiamiamo “ricostituzione del (mai) disciolto regime fascista”.
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