Senza titolo.

l`11 agosto scorso (2012) Angelo, cinquantenne di Forli’, che negli anni qualcuno di noi ha incrociato a diverse iniziative in Romagna, contro nucleare e TAV, ha deciso di darsi fuoco davanti alla camera dei Deputati a  Montecitorio, per protesta, sembra, contro il suo stato di disoccupazione e precarieta`, amplificato in questi anni di “crisi” fatta pagare alle solite classi popolari. I giornali dicono che l’85% del suo corpo era rimasto sfigurato dal fuoco. Era, perche` ad una settimana dalla sua protesta Angelo e` morto per l`aggravarsi delle sue condizioni.
Nessuno e` cosi` stupido da voler sindacare la sua scelta personale. Siamo vicini, come individui, umanamente, a chi come Angelo decide di mettere la propria vita a repentaglio, protestando contro una morte altrimenti lenta e dolorosa a cui il sistema sociale ed economico condanna i molti. Sappiamo anche come la disperazione giochi un ruolo determinante in certe situazioni, quando la societa` meschina in cui viviamo, dopo averti sfruttato e tolto tutto, ti mette nella condizione di dover scegliere tra questa morte lenta e silenziosa ed il suicidio, che con il suo rifiuto al silenzio rompe l`ipocrisia e la beatitudine colpevole della apparente normalita`sociale.
Come anarchici, pero`, non possiamo fare a meno di far notare che esiste comunque una terza via tra lo spegnersi pian piano od il farlo in un sussulto autodistruttivo. Una via che promette al fuoco un piu` meditato utilizzo, contro chi di questa disperazione e` responsabile.

 

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