Un ricordo di Sacco e Vanzetti ad 85 anni dalla morte.

Nicola Sacco (Torremaggiore, Foggia, 22 aprile 1891) e Bartolomeo Vanzetti (Villafalletto, 11 giugno 1888) furono due anarchici italiani che vennero arrestati, processati e giustiziati negli Stati Unitinegli “anni ’20”, con l’accusa di omicidio di un contabile e di una guardia di una fabbrica di scarpe. Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all’epoca del loro processo; non vennero nemmeno assolti dopo che un altro uomo ammise, nel 1925, la responsabilità di quei reati.

Sacco, di origine pugliese, di professione faceva il ciabattino mentre Vanzetti – che gli amici chiamavano Tumlin, ed era originario di Villafalletto, Cuneo – gestiva una rivendita di pesci. Furono giustiziati sulla sedia elettrica a Dedham, Massachusetts, il 23 agosto 1927.

Arrivarono negli USA – Sacco nel 1909 e Vanzetti nel 1908 – senza conoscersi tra loro. Sacco aveva quasi diciotto anni e Vanzetti venti. Quest’ultimo, al processo, descriverà così l’esperienza dell’immigrazione: «Al centro immigrazione, ebbi la prima sorpresa. Gli emigranti venivano smistati come tanti animali. Non una parola di gentilezza, di incoraggiamento, per alleggerire il fardello di dolori che pesa così tanto su chi è appena arrivato in America».

Sacco, che in Italia era stato calzolaio di professione, trovò lavoro in una fabbrica di calzature a Milford, nel Massachusetts. Si sposò e andò ad abitare in una casa con giardino. Ebbe un figlio, Dante, e una figlia, Ines. Lavorava sei giorni la settimana, dieci ore al giorno. Nonostante ciò, partecipava attivamente alle manifestazioni operaie dell’epoca, attraverso le quali i lavoratori chiedevano salari più alti e migliori condizioni di lavoro. In tali occasioni teneva spesso dei discorsi. A causa di queste attività venne arrestato nel 1916.
Vanzetti fece molti lavori, prendeva tutto ciò che gli capitava. Lavorò in varie trattorie, in una cava, in un’acciaieria e in una fabbrica di cordami, la Plymouth Cordage Company. Leggeva molto. Nel 1916 guidò uno sciopero contro la Plymouth e per questo motivo nessuno volle più dargli un lavoro. Si mise quindi in proprio, facendo il pescivendolo.

Fu in quell’anno che “Nick” e “Bart” si conobbero ed entrarono entrambi a far parte del gruppo anarchico italoamericano di Luigi Galleani

Un amico di Vanzetti, il tipografo Andrea Salsedo, il 3 maggio 1920 venne assassinato dalla polizia in un modo che non può non ricordare la storia di Giuseppe Pinelli: venne buttato dal quattordicesimo piano di un edificio appartenente al Ministero di Giustizia. Sacco e Vanzetti organizzarono un comizio per far luce su questa vicenda. Purtroppo gli eventi seguenti impedirono la realizzazione della manifestazione.

Il 5 maggio 1920, Nick e Bart vennero arrestati perché nei loro cappotti nascondevano volantini anarchici e alcune armi. Tre giorni d’interrogatori ed i due vennero accusati dal procuratore Gunn Katzamnn anche di una rapina avvenuta a South Baintree, un sobborgo di Boston, circa un mese prima del loro arresto, in cui erano stati assassinati due uomini, il cassiere della ditta – il calzaturificio «Slater and Morrill» – e una guardia giurata. Vanzetti fu accusato anche di una seconda rapina.

I tre processi che seguirono e le successive condanne a morte furono utilizzate in chiave politica. Non c’era nessuna prova a loro carico, addirittura alcune testimonianze li scagionavano. Addirittura non si tenne conto della confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che ammise di aver preso parte alla rapina e di non aver mai visto Sacco e Vanzetti.

Alla base del verdetto di condanna – a parere di molti – vi furono da parte di polizia, procuratori distrettuali, giudice e giuria pregiudizi e una forte volontà di perseguire una “politica del terrore”. Sotto questo aspetto, Sacco e Vanzetti venivano considerati due “agnelli sacrificali” utili per testare la nuova linea di condotta contro gli avversari del governo. Erano infatti immigrati italiani con una comprensione imperfetta della lingua inglese; erano inoltre note le loro idee politiche radicali. Il giudice Webster Thayer li definì senza mezze parole due anarchici bastardi.

«Quando le sue ossa, signor Thayer, non saranno che polvere, e i vostri nomi, le vostre istituzioni, non saranno che il ricordo di un passato maledetto, il suo nome – il nome di Nicola Sacco – sarà ancora vivo nel cuore della gente. Noi dobbiamo ringraziarvi. Senza di voi saremmo morti come due poveri sfruttati: un buon calzolaio, un bravo pescivendolo……E mai, in tutta la nostra vita, avremmo potuto sperare di fare tanto in favore della tolleranza, della giustizia, della comprensione fra gli uomini.» (La Tragedia di Sacco e Vanzetti, Francis Russell.)

Quando il verdetto di morte fu reso noto, si tenne una manifestazione davanti al palazzo del governo, a Boston. La manifestazione durò ben dieci giorni, fino alla data dell’esecuzione alla prigione di  Charlestown. Vennero giustiziati sulla sedia elettrica e la loro esecuzione innescò rivolte popolari e scontri.

Il 23 agosto 1977, esattamente 50 anni dopo, il governatore del Massachusetts Michael Dukakis emanò un proclama che assolveva i due uomini dal crimine, dicendo: «Io dichiaro che ogni stigma ed ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.»

Dopo 50 anni il potere, dunque, riabilitava il nome di due anarchici morti. Di due compagni ammazzati. Intanto si puo` permettere di perseguitare gli anarchici che ancora oggi, ad 85 anni da allora, sono in vita, continuando la lotta senza quartiere all`autorita` e allo sfruttamento. Anarchici che rendono onore, con questa lotta rinnovata, al sangue che altri anarchici hanno in passato versato nella lotta per la liberta`.

Note tratte da Anarchopedia.org (tranne la parte in corsivo).

Leggi la cronologia del caso Sacco e Vanzetti.

Ascolta la canzone di Joan Baez dedicata ai due anarchici. canzone Sacco e Vanzetti.

 

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