“Se il movimento aveva reso pubblico nei mesi scorsi un dossier nel quale si indagano le ditte e i personaggi che sono implicati nella costruzione dell’Alta velocità (persone note alla cronaca grazie al loro curriculum penale di fallimenti, bancarotte fraudolente, turbative d’asta etc…) oggi, tra questi funamboli spericolati con la gestione del denaro pubblico e altrui, troviamo anche i soci della Geovalsusa Srl.Questa società, nata un mese dopo la chiusura del bando per i lavori alla Maddalena di Chiomonte (24 aprile 2011 data ufficiale di chiusura del bando, società costituita il 20 maggio 2011) fa parte di quella costellazione di nuove società guidate dai soliti faccendieri che hanno visto in Valsusa la possibilità di accaparrarsi un ricco bottino. Non è un caso che tra i soci della Geovalsusa Srl ci sia il noto Accattino Giuseppe, ingegnere che ha fatto per dieci anni il consigliere comunale per la DC , poi si è guadagnato un posto di amministratore presso l’Amiat ed è stato indagato per falso in bilancio della Assot, azienda di Orbassano, perfetto esempio di una pessima gestione della cosa pubblica.La Geovalsusa è entrata nel consorzio Valsusa-Piemonte per l’alta velocità a fine maggio dunque, a un mese dall’inizio dell’occupazione militare della Maddalena di Chiomonte, a seguito dello sgombero violento del presidio No Tav, la libera Repubblica della Maddalena, che da mesi oramai viveva in quelle zone dove oggi sorge il cantiere per l’alta velocità.La contestazione di oggi alla Geovalsusa Srl ha diverse ragioni, una delle quali è quella per cui essa è complice della militarizzazione e della devastazione del territorio che a partire del 27 giugno 2011 continua ed essere imposta alla Val di Susa. Per territorio militarizzato intendiamo la presenza in Valle di centinaia di uomini delle forze dell’ordine, lautamente pagati, a controllare e asfissiare gli abitanti della valle, impedendo l’accesso alle loro terre e la libera circolazione sul territorio. Militarizzazione è la creazione di un sito strategico nazionale laddove è in corso la protesta legittima di una popolazione intera, ma lo è anche la nuova strategia adottata della questura dei “fogli di via”, provvedimenti del prefetto con i quali a numerosi No Tav viene impedito l’accesso alla Val di Susa per motivi di ordine pubblico.Non dorma sonni tranquilli chi pensa che con qualche notifica si possa indebolire un movimento che lotta con coraggio da più di vent’anni! Infatti, se è vero che i militanti No Tav con i fogli di via continuano serenamente a viaggiare in valle, lo è anche il fatto che i centri del potere della lobby Si Tav si trovano quasi tutti nella metropoli torinese…
La contestazione di oggi ad una delle ditte impegnate nella costruzione del Tav o meglio, affannate nel tentativo di riempirsi le tasche coi soldi pubblici, è solo la prima di una lunga serie quindi….a prestissimo!
Come sempre, sono leste arrivate le condanne da parte dei politici di destra e di sinistra, a braccetto nell`affare del Tav. In prima fila, ovviamente, PD e Lega Nord.
Riceviamo e pubblichiamo.
No Tav – Dalla Valsusa ribelle.
Quello che è successo nell’ultimo mese in Valsusa è indicativo della forza, dei limiti e delle prospettive del movimento NO TAV. Il campeggio di lotta a Chiomonte è stato e continua ad essere un’occasione di confronto e di iniziativa. Oltre ai valsusini hanno partecipato e stanno partecipando compagni provenienti da tutta Italia e dall’estero. Si è discusso della lotta contro le infrastrutture in Francia, della mobilitazione ventennale contro il Castor in Germania, di antimilitarismo, della difesa della foresta di Khimki in Russia, di autorganizzazione nelle montagne basche e sulle Alpi, di TAV e banche, della situazione in Kurdistan e in Afghanistan… A fianco di tutto questo, si sono sperimentate diverse pratiche di lotta: dal presidio davanti all’Italcoge di Susa (con violazione pubblica dei fogli di via da parte di alcuni banditi NO TAV) alle iniziative a sorpresa contro gli hotel che ospitano le truppe di occupazione. E soprattutto si è dimostrato che il cantiere in Clarea non è affatto inviolabile: in maniera eclatante il 21 luglio, quando sono andati giù recinzioni, muri e fari, ma anche in altre passeggiate a sorpresa, quando il numero di forze di polizia non era in grado di controllare tutta l’area. Azione diretta contro il cantiere, dunque, ma anche un inizio di non-collaborazione verso la logistica che lo mantiene. L’annunciato sgombero del campeggio non è avvenuto, segno del timore, da parte di politici e questura, delle reazione in Valle (e non solo) in caso di operazione poliziesca. Esempio raro del rapporto di forza tra un movimento di lotta e lo Stato. Anche i controlli asfissianti attorno al campeggio (con identificazioni a tappeto ed espulsioni di una dozzina di compagni francesi), se nei primi giorni hanno creato una situazione di stato d’assedio, hanno poi spinto i NO TAV a trovare nuove modalità di azione, più agili e meno annunciate. E in più hanno cominciato ad esasperare la gente di Chiomonte e degli altri paesi, come sempre quando lo Stato non può più concentrare uomini e mezzi solo nel cantiere. Il centinaio di persone che ha assediato per un’ora la caserma di Susa il 6 agosto (in occasione del fermo di due compagni romani) ha sfidato le truppe di occupazione a casa loro e ridato morale ai NO TAV. Il tentativo di dividere il movimento non ha funzionato: le migliaia di valsusini presenti alla marcia da Giaglione a Chiomonte del 28 luglio sono state una risposta assai eloquente. Partecipare al campeggio di Chiomonte è importante per diversi aspetti: per dar manforte alle iniziative e per proporne altre, ma soprattutto per ragionare in prospettiva: dal processo ai NO TAV che si aprirà il 21 novembre alla continuazione delle campagne di lotta sia in Valle sia fuori. La lotta NO TAV può essere il detonatore di un movimento generale, la scintilla di un’insofferenza che cresce ma che stenta a rompere l’isolamento. Avere delle idee per quest’autunno è fondamentale. Non si tratta più di essere semplicemente solidali con la Valle che resiste, ma di trovare i terreni di generalizzazione e di convergenza pratica tra le varie lotte. Resistere in Valle ed essere dappertutto: un incubo per i tecnocrati al governo, una possibilità per noi.
Chiomonte, 9 agosto 2012