Trentino: operazione repressiva, perquisizioni e arresti per “Associazione sovversiva”

fonte: informa-azione.info

All’alba del 27 agosto 2012, prosegue l’offensiva estiva contro il movimento anarchico. Le informazioni sono ancora poche, ma si parla di 43 indagati per associazione sovversiva (270bis) e diverse perquisizioni principalmente tra Trento e Rovereto, tra cui lo spazio El Tavan. Una compagna, Daniela, è stata messa agli arresti domiciliari, mentre un compagno, Massimo, è stato tratto in arresto presso il carcere di Tolmezzo(Udine).

Ultime notizie:
Apprendiamo che Massimo è stato trasferito dal carcere di Tolmezzo presso la sezione Alta Sicurezza 2 (AS2) del carcere di Alessandria, dove i prigionieri anarchici vengono tenuti separati dal resto della popolazione detenuta.

Per scrivergli:

Massimo Passamani
Carcere San Michele strada Casale 50/A
15122 Alessandria

Solidarietà con le compagni e i compagni perquisiti e indagati, Massimo e Daniela liberi!

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4 risposte a Trentino: operazione repressiva, perquisizioni e arresti per “Associazione sovversiva”

  1. Anarchici ferraresi scrive:

    Rovereto – Testo distribuito in solidarietà con arrestati e indagati

    Testo distribuito durante il presidio organizzato il 28 agosto 2012 a Rovereto in solidarietà con gli arrestati e gli indagati.

    DANIELA E MASSIMO LIBERI SUBITO

    Nella mattina di lunedì 27 agosto la DIGOS di Trento, su mandato della Procura di Trento, ha effettuato dieci perquisizioni e posto in arresto due compagni anarchici, Daniela e Massimo. L’accusa è associazione sovversiva e riguarda, oltre ai due arrestati, sei indagati principali e 43 “sodali”.
    L’art. 270 (associazione sovversiva) è una norma del codice penale, derivata direttamente dal codice Rocco di epoca fascista, che permette in via preventiva la custodia cautelare fino a 18 mesi. D’altro canto lo stesso nome dato all’operazione (Ioxididae, ovvero zecca in latino) è la tipica espressione con cui i fascisti chiamano i loro nemici. Il 270 è un articolo che ha lo scopo di reprimere il dissenso politico. La sua applicazione non necessita della prova di uno specifico reato. E’ sufficiente dimostrare l’intenzionalità di contrastare il sistema di potere in atto. Per questo motivo si tratta di indagini che si fondano principalmente su intercettazioni, pedinamenti e ricostruzioni poliziesche.

    Quest’ennesima operazione repressiva è un attacco nei confronti di chi non si adegua né intende adeguarsi ad un modello politico e sociale che si fonda sulla guerra, lo sfruttamento, la segregazione. E’ l’espressione della volontà del potere di contenere il conflitto nei limiti della legalità. Si teme la pericolosità sociale di un agire che radicalizza conflittualità esistenti e diffuse. Non è un caso che l’accanimento repressivo, in particolare contro Massimo e Daniela, si leghi alla loro partecipazione alla lotta in Val Susa, e non solo. Non è un caso che la repressione passi anche attraverso la mistificazione delle idee: attribuire ruoli leaderistici e strutture gerarchiche laddove vi sono rapporti basati sull’orizzontalità e la negazione del principio di autorità.
    Prevenire la possibilità che anarchici e “semplici incazzati” possano incontrarsi è una necessità del potere e, insieme, una risposta alle recenti lotte sociali.
    In realtà a preoccuparci dovrebbero essere la violenza delle politiche di rapina e di morte, non certo il coraggio e l’ostinazione con cui gli anarchici vi si oppongono.

    Azioni terroristiche sono quelle di chi si arricchisce attraverso il mercato della morte e della guerra (Finmeccanica), di chi viola quotidianamente la vita degli esseri umani creando nuovi lager per migranti che fuggono dalla miseria e dalle guerre, di chi si rende responsabile della devastazione del territorio (attraverso progetti come quello del TAV). Non quelle di chi si oppone e combatte perché questo non avvenga.

    Lottare per la libertà di Massimo e Daniela significa assumere, ognuno nella propria quotidianità, secondo i propri metodi e le proprie pratiche, la passione e combattività che, come molti sanno, li hanno distinti in questi anni e li distinguono come individui.

    LA COMPLICITA’ E’ UN’ARMA,
    LA SOLIDARIETA’ E’ UNA FORZA.
    LIBERTA’ IMMEDIATA PER DANIELA E MASSIMO
    SOLIDARIETA’ A TUTTI GLI INDAGATI

    anarchici di Trento e Rovereto

  2. Anarchici ferraresi scrive:

    ROVERETO. Scritte di solidarietà con i due anarchici arrestati ieri sono comparse a Rovereto.“Liberi tutti” e “Solidarietà agli arrestati”, su muri del centro cittadino e sulla recinzione di un cantiere, realizzate durante la notte.
    Un sit-in di solidarietà si è invece tenuto in corso nella serata sempre a Rovereto.

  3. Anarchici ferraresi scrive:

    COMUNICATO COORDINAMENTO TRENTINO E MOVIMENTO NO TAV VAL SUSA

    A pochi giorni dal campeggio No Tav, che inizierà giovedì a Marco di Rovereto, l’arresto di Massimo Passamani, i domiciliari per Daniela Battisti e le perquisizioni a una decina di attivisti No Tav trentini, è un tentativo di gettare paure sull’intero movimento No Tav. L’operazione, mentre il movimento trentino No Tav sta crescendo e maturando (a maggio a Trento più di 1000 persone hanno partecipato al corteo contro l’opera), è palese: si spera così di screditare il movimento, di additarlo come pericoloso e violento, di far credere alle persone che partecipando alla lotta No Tav sarebbero “manovrati dagli anarchici”. Dalla Val Susa al Trentino invece il movimento No Tav sta dimostrato di riuscire ad essere un luogo in cui nessuno manovra nessuno, ma tutti si lotta insieme, ciascuno con i propri mezzi, contro opere inutili e devastanti e contro la prepotenza di chi le vorrebbe imporre.A dimostrazione della pretestuosità degli arresti basti pensare che questi sono stati disposti dalla procura il 2 agosto: un mese fa. L’attesa, a fronte del presunto “pericolo terrorismo”, fino a due giorni prima del campeggio, fa pensare che a far paura non siano i terroristi, ma piuttosto la varietà e la determinazione dell’intero movimento.Massimo, Daniela, e tutti gli altri indagati, al nostro movimento hanno dato e continuano a dare tanto sia in valsusa che in trentino. Per questo gli siamo vicini adesso e speriamo di averli presto liberi accanto a noi. Non ci facciamo intimorire da queste operazioni, vi aspettiamo tutti giovedì sera alle 20.00 assemblea di apertura del Campeggio No Tav Trentino ai Giardini Polifunzionali di Marco di Rovereto. E per chiunque avesse dubbi riguardo la partecipazione, rompete gli indugi, perchè mai come ora il segnale che vogliamo dare è quello della serenità delle nostre ragioni, della partecipazione e della determinazione a bloccare queste opere, perchè ne va del nostro futuro e della nostra dignità.

    COORDINAMENTO NO TAV TRENTINO

    MOVIMENTO NO TAV VALSUSA

  4. Anarchici ferraresi scrive:

    Da giornali locali del Trentino apprendiano nuove notizie.

    I capi d’accusa per il 270 sarebbero quasi una trentina, tra cui: danneggiamenti, manifestazioni varie, nonché l’occupazione dell’ex asilo di via Manzoni a Trento del 2009.
    Durante il blitz sono stati impiegati una cinquantina di agenti della Questura di Rovereto e della Digos e Questura di Trento. Durante l’operazione sono state sequestrati diversi oggetti, tra cui materiale caraceo e informatico.
    Si scopre che l’indagine era già avviata da tre anni. Dal sei ottobre 2009 al 21 agosto di quest’anno – ha chiarito il questore di Trento Giorgio Iacobone -, sono stati ascoltati o esaminati dalla questura quasi 149mila contatti telefonici, 10.000 contatti ambientali, 18.000 comunicazioni telematiche, 14.000 dati Gps e 92.000 ore di video. Tra gli episodi contestati anche gli attentati alla Freccia d’Argento, ultimo dei quali avvenuto lo scorso 12 maggio a Rovereto.
    Le contestazioni per i due anarchici arrestati ieri in Trentino pongono Massimo nel ruolo di personaggio centrale, mentre Marina in quello di tesoriere della presunta associazione, per l’organizzazione della ’cassa detenutì, cioè per l’assistenza ai compagni sotto la lente della repressione.
    Per Massimo nell’accusa non solo una serie di episodi definiti “di violenza”, ma «una infinità di scritti pubblicati anche sul sito chiamato “Rompere le righe”, certamente riconducibili al Passamani e al sodalizio trentino».
    In suo possesso è stato poi trovato il manuale “Ad ognuno il suo – Mille modi per sabotare questo mondo”. Sotto la lente dell’indagine sono finiti anche gli opuscoli “L’università in guerra – Le connessioni tra mondo accademico, militare ed industria bellica” e “A chi sente il ticchettio”. Questi i pochi elementi che ipotizzano per i pm l’accusa di terrorismo.
    In una conferenza stampa, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trento, Giuseppe Amato, ha affermato che l’indagine che ha portato all’arresto di Massimo presenta modalità nuove rispetto al passato: “La novità d’indagine rispetto al passato – ha detto Amato – è di aver ricostruito il fenomeno associativo evitando di parcellizzare i singoli episodi ma di giungere ad una loro valorizzazione nel complesso sotto il profilo della sua rilevanza penale. Con questa operazione – ha aggiunto il procuratore – non si è inteso perseguire la ideologia e la manifestazione del pensiero intangibile anche quando non appare coerente con il comune sentire dell’opinione pubblica, ma la loro trasformazione da messaggio ideologico in atti di violenza contrastanti l’ordinamento giuridico”.

    Come sempre, quando le idee rimangono impantanate nel campo della pura opinione non c’è problema; è quando si cerca per davvero di distruggere le cause dello sfruttamento e della schiavitù che lo Stato, e i suoi servi in toga e in divisa, si agitano e reprimono con durezza. Ecco il perchè di tanti blitz e montature anti-anarchiche in questa calda estate. Un monito a tutti coloro che vogliano agire contro i diretti responsabili delle loro miserie e della loro oppressione, aggravando la crisi del capitalismo per liberarsi, una volta per tutte, sia dei sintomi che della stessa malattia.

    Massimo e Daniela liberi subito!!!

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