Nanotecnologie: creati tessuti biologici artificiali che integrano proprietà elettroniche.

Mary Shelley insegna. Da un buon numero di anni gli scienziati studiano un modo per far vivere ciò che non lo è. Produrre organi artificiali in laboratorio sembra essere ora la nuova frontiera. Grazie alla nanotecnologia, alle tecnologie convergenti, e ai progressi repentini in questi campi, tanto veloci quanto nefasti per noi e per la Terra in cui viviamo, l’obiettivo pare avvicinarsi.

Anche se la creazione in laboratorio di organi complessi (cuori, fegati o muscoli) è ancora abbastanza lontana, i ricercatori di due famose università, Harvard e il MIT (Massachussets Institute of Technology), hanno messo a punto un sistema per fare in modo che tessuti biologici costruiti artificialmente integrino al loro interno proprietà elettroniche, ciò grazie alla nanotecnologia.

Per “allevare” i tessuti biologici artificiali, gli scienziati hanno usato infatti strutture nanotecnologiche intorno alle quali si sviluppano le cellule. All’interno sono stati posizionati dei nanocavi elettrici di silicone, spessi meno di un millesimo di un capello, che sono in grado di rilevare e trasportare i messaggi elettrici inviati dalle cellule stesse ad una rete.

Il team guidato da Bozhi Tian del MIT e Jia Liu di Harvard è stato in grado di utilizzare queste nanostrutture per creare tessuti cardiaci, neurali e muscolari. In un altro esperimento sono stati creati dei vasi sanguigni con sensori elettronici integrati che misurano i cambiamenti del ph all’interno e all’esterno del vaso.
In futuro (un futuro da incubo), ci dicono gli esimi scientologi, sarà persino possibile attivare, disattivare e potenziare i propri muscoli a distanza. Facile come cambiare canale della tv col telecomando. (Per quanto riguarda il cervello, quello di molti è già disattivato da tempo. Hai voglia a potenziarlo).

Secondo gli odierni Dottor Frankenstein, ottenere una grande mole d’informazioni direttamente da un tessuto biologico, oltre a servire per controllare i tessuti stessi, permetterà anche di compiere passi avanti verso la realizzazione di organi artificiali completi, collegabili ad una rete informativa (ed informatica) in grado di monitorarne ogni singolo stimolo e reazione.

Un passo avanti, ma nella direzione dell’uomo artificiale, per sempre e definitivamente separato dall’ambiente naturale ed avulso dalla sua natura animale, ma collegato per sempre ed in modo irreversibile al regno del contraffatto, dell’organizzazione disciplinata, del controllo tecnologico e sociale, di cui è e sarà stupida appendice: il sogno di ogni transumanista, tecnocrate e uomo di potere.
L’abominio di un controllo indiscusso e totale della tecnologia sulla natura, sull’ambiente, sul vissuto, sulla stessa volontà umana. La scienza del mega-dominio onnicomprensivo.
Un incubo da cui dobbiamo svegliarci.

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