Nel primo pomeriggio del 5 settembre una fuoriuscita di vapore chimico dalla centrale nucleare di Fessenheim, che sorge sulle rive del Reno ed è dotata di due reattori da 900 MW entrati in servizio nel 1977, ha ferito due lavoratori.
Subito i portavoce di EDF, la multinazionale francese che gestisce l’impianto nucleare (e non solo quello) hanno minimizzato l’evento e rassicurato sulla natura chimica e non radioattiva dell’incidente, tacendo sul fatto che da Nimes a Tricastin, ogni anno, nonostante gli sforzi dei padroni del nucleare per ridimensionare, disinformare e censurare, continuano a verificarsi episodi che coinvolgono operai e ambiente circostante.
La tv Bfm aveva parlato di un «principio di incendio di natura chimica» che avrebbe provocato il ferimento di «diverse persone».
La centrale di Fessenheim non è nuova ad incidenti, alcuni dei quali, minimizzati all’inizio, si sono poi rivelati gravi. Negli ultimi due anni, solo sul territorio francese, sono stati circa 20 gli incidenti ai reattori, dimostrano quanto sia sicura la tecnologia nucleare.
Fukushima insegna.