Note sul presidio sotto al carcere di San Michele (Alessandria).

Sabato 15 settembre, pomeriggio, sotto al carcere di San Michele (Alessandria) si e` svolto un presidio organizzato da alcuni solidali con i detenuti di questo lager, negli ultimi anni divenuto sempre di piu` un vero e proprio carcere speciale per anarchici.
Al presidio, rumoroso e incazzato, e ben partecipato, hanno preso parte circa 200 persone.
Cori, microfono aperto, musica, slogan, striscioni e anche bandiere NO TAV, il tutto per ribadire la solidarieta` senza se e senza ma ai compagni imprigionati dallo Stato, tra cui anche il compagno Massimo Passamani, recentemente trasferito ad Alessandria dal carcere di Tolmezzo (Udine) dove aveva denunciato le brutalita’ commesse al suo interno contro altri detenuti.
Per tutto il tempo l`infame sbirraglia, preposta al controllo esterno del carcere di Alessandria, è stata mantenuta in apprensione con il lancio di zolle di terra, razzi e petardi, ed anche con incendi appiccati alle sterpaglie interne alle recinzioni.
I detenuti hanno fatto sentire la loro voce in risposta ed inveito a loro volta contro i celerini.
A seguito del buon esito del presidio e della partecipazione attiva contro la macchina della detenzione carceraria, nei giorni seguenti i sindacati sella polizia penitenziaria hanno espresso le loro evidenti preoccupazioni, temendo che le manifestazioni di intolleranza verso il carcere e il suo mondo e la solidarieta` coi reclusi possano moltiplicarsi.
Noi, francamente, lo speriamo vivamente.

Di seguito riportiamo un articolo in cui la preoccupazione dei cani da guardia statali e` ben palese, fin ad arrivare al sindacato Sappe, che chiede l`intervento dell`esercito contro i presidi di solidarieta`.

Carceri: Sappe, impiegare militari per servizi vigilanza esterna.

(Adnkronos) – “Una prima soluzione urgente potrebbe essere quella di impiegare i militari per i servizi di vigilanza esterna degli istituti penitenziari”. E’ quanto afferma Donato Capece, segretario generale del Sappe (sindacato autonomo di polizia Penitenziaria), dopo la manifestazione di gruppi anarchici e no Tav, ieri pomeriggio, davanti al carcere di Alessandria.

“Sono stati esposti striscioni contro i poliziotti penitenziari -spiega il sindacalista- gridate frasi ingiuriose e offensive, e lanciate pietre e bombe carta: occorre intensificare le misure di sicurezza per garantire l’incolumita’ di quanti operano all’interno del carcere, ma anche dei cittadini”. “Le manifestazioni di intolleranza verso l’istituzione penitenziaria sono sempre piu’ frequenti -fa notare il leader dei baschi azzurri del Sappe- e il crescente sovraffollamento non aiuta certo a rasserenare gli animi, anche dei reclusi”.

“Come Polizia Penitenziaria -conclude Capece- dobbiamo garantire, oltre a quella interna, anche la sicurezza esterna delle strutture carcerarie con una attenta vigilanza. Ma con carenze di organico cosi’ evidenti (a livello nazionale mancano ben 7mila agenti) sono evidenti le nostre difficolta”‘.

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Una risposta a Note sul presidio sotto al carcere di San Michele (Alessandria).

  1. Anarchici ferraresi scrive:

    da informa-azione.info

    Resoconto del presidio davanti al carcere di Alessandria [15/9/12]

    Riceviamo e diffondiamo questo resoconto del presidio tenutosi davanti al carcere di Alessandria, sabato 15 settembre 2012, in solidarietà con tutti i prigionieri e con i compagni anarchici rinchiusi nella sezione AS2:

    Ore 15:00 -Già allo sbocco dell’autostrada iniziano i blocchi alle auto; si capisce subito che il clima è teso.
    Arriviamo al carcere che si trova fuori dal paese, per raggiungerlo con i mezzi pubblici esiste solo un autobus a chiamata.
    Alle 16:00 il gazebo è montato e la musica inizia ad arrivare oltre le mura del carcere di Alessandria. Ci aspettavano in alto i secondini, sulla torretta ad angolo, e la DIGOS stava già filmando.
    I primi volti coperti, i primi lanci di pietre. La sterpaglia tra la rete esterna e la strada di cemento adiacente le mura era secca, dalla nostra parte. Il fuoco ha bruciato per parecchio tempo mentre le persone vicino alla rete urlavano, salutavano chi poteva vedere aldilà delle sbarre e tiravano pietre, petardi, pannocchie e zucchine; tutto quello che si trovava nella campagna. I botti ed i sassi arrivano fino ai secondini, su, sulla torretta. Dopo svariati ( ed inutili ) tentativi di spegnere le fiamme la situazione non sembrava cambiare. È partito il blocco stradale, all’entrata del carcere. Molte sono le scritte di solidarietà, ma era palpabile il desiderio di fondo di aprire ogni gabbia ed abbattere qualsiasi muro. La polizia penitenziaria lancia una manciata di gas CS, ma poca roba. Ci spostiamo qualche metro più avanti ed il blocco continua, insieme al lancio delle pietre, per circa un’ora. Sono ormai le 19, gli ultimi botti fluorescenti vengono sparati sopra al carcere e i detenuti ci salutano.
    I giornali parlano poco, omettono (per quanto sia stato un intervento minimo e ridicolo) il fatto che l’unico modo per spostarci dall’ingresso sia stato gettare dei lacrimogeni sulla folla che stava bloccando, da poco, il traffico. I giornali locali parlano di 200 persone.
    Lunedì Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha affermato che una prima soluzione potrebbe essere quella di impiegare i militari per i servizi di vigilanza esterna degli istituti penitenziari per “garantire, oltre a quella interna, anche la sicurezza esterna delle strutture carcerarie”.
    Niente di nuovo nelle sue parole. Questo presidio è stata l’ennesima dimostrazione che più il collare stringe e più l’animale abbaia, si ribella, è furente.
    Un abbraccio ai carcerati e a tutte le vittime della repressione.

    “Fuori tutti dalle galere! dentro nessuno, solo macerie.”

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