La Questura di Ravenna, in questi giorni, ha notificato a 31 compagni anarchici e comunisti l’avviso di fine indagine per manifestazione non autorizzata per i fatti del 16 aprile scorso, riguardanti l’omicidio di Hamdi Ben Hassan,
Ricordiamo che i compagni erano scesi in strada dopo che i carabinieri, durante un inseguimento in cui esposero 14 colpi ad altezza uomo per le vie di Ravenna, provocarono la morte del ragazzo. La comunità tunisina, a cui Hamdi apparteneva, espresse la sua collera con varie manifestazioni spontanee, a cui la bigotta Ravenna rispose con disinteresse, quando non con un fastidio malcelato di razzismo.
Sentimento che subito i fascisti di Forza Nuova tentarono di cavalcare indicendo una fiaccolata anti-immigrati ed in solidarietà con gli assassini di Hamdi.
Questa la situazione venutasi a creare e che portò i compagni a scendere in strada, esprimendo la propria rabbia per l’ennesimo omicidio di Stato perpetrato dalle sue divise assetate di sangue, il proprio antirazzismo con l’idea ben precisa di non lasciare soli i tunisini in questa lotta, ed il proprio antifascismo contro le merdacce fasciste (che portano fortuna solo quando vengono pestate!), che non avranno nemmeno il coraggio di presentarsi alla fiaccolata da loro stessi annunciata.
I compagni si ritrovarono davanti, invece dei già detti fascisti codardi, i non meno fascisti paladini dell’ordine costituito in assetto antisommossa ed in numero spropositato. Accerchiati in centro storico, fatti salire a peso su di un autobus della polizia e portati in Questura, 31 compagni venivano denunciati per manifestazione non autorizzata e resistenza a pubblico ufficiale. Dopo il fermo in Questura e le denunce, inoltre sono partiti fogli di via per i compagni residenti fuori Ravenna e “avvisi orali” che prevedono ulteriori misure repressive in caso di reiterazione di comportamenti considerati ribelli.
Tra queste persone degne anche 4 nostri compagni ferraresi, a cui va tutta la solidarietà del caso, come ovviamente a tutti gli altri che hanno ricevuto gli avvisi di fine indagine.
La repressione non fermerà la rabbia contro soprusi, ingiustizie e sfruttamento diffuso;
la manifestazione di questa rabbia non chiede nessuna autorizzazione!