Semaforo rosso.

Qualche giorno fa, a Ferrara, si è verificato un’inseguimento da parte di una pattuglia della Finanza, una della Polstrada ed una dei carabinieri, terminato nel quartiere di Borgo Punta, con tanto di sparatoria da parte dei poliziotti.
Motivo dell’inseguimento e degli spari, un auto con 4 ragazzi ventenni a bordo, con il guidatore che aveva bevuto qualche bicchiere di troppo, che non aveva rispettato il rosso di qualche semaforo.

Da qui è partita la caccia all’uomo che solo per un caso non è finita, come altri inseguimenti del tutto simili, da parte dei solerti piedipiatti, con un ennesimo morto ammazzato.

L’ultimo, lo ricordiamo, a Ravenna, dove un ragazzo tunisino venne ucciso a Pasqua dai carabinieri, che per l’occasione spararono ben 14 colpi d’arma, per non essersi fermato ad un posto di blocco.

A questo giro, invece, i colpi sono stati un po’ meno, 5 dicono i testimoni, ma al di la dei numeri rimane il fatto di quei colpi sparati in mezzo all’abitato, “in aria” come si dice in gergo tecnico, ma che avrebbero potuto colpire qualcuno.

I residenti, intervistati a riguardo, non hanno saputo dare migliori risposte ai giornalisti che ribadire le solite banalità, affermando che “gente così non dovrebbe nemmeno circolare”, con ciò palesando di aver forse fatto il tifo perchè quei 5 colpi andassero a segno.

Dato che poi i 4 ragazzi sull’auto, alcuni dei quali prontamente ammanettati faccia in giù sull’asfalto una volta raggiunti (con la stessa procedura che portò all’asfissia di Federico Aldrovandi) e nei giorni scorsi rilasciati senza alcuna accusa, ed il guidatore fuggito a piedi e fermato dopo essersi procurato una grave ferita alla coscia scavalcando un cancello (almeno così asseriscono i giornali), erano “stranieri”, siamo certi che in molti se anche ci fosse scappato il morto non avrebbero sprecato una sola smorfia di indignazione. Anzi, molti onesti e bravi democratici, che straparlano tanto di valori, siamo certi avrebbero provato piacere e sollievo alla notizia di “uno di meno” tra coloro che vengono a mettere in pericolo la loro sacrosanta tranquillità. Gli spari degli sbirri, no, quelli no, non mettono in pericolo l’incolumità dei residenti, le loro pallottole sono così intelligenti che non colpirebbero mai gli onesti e bravi cittadini democratici, ma solo i malvagi, i delinquenti, quei terroristi che non vogliono saperne di fermarsi ad un rosso.

Ovviamente anche sui giornali del giorno dopo viene considerata come pericolosa solamente la condotta del guidatore del mezzo, mentre quella di chi ha scatenato un inseguimento indiavolato sulla pubblica via e ha esploso 5 pallottole nel bel mezzo di un quartiere popoloso viene al solito indicata come corretta, giustificata e senza macchia alcuna.

Eppure i residenti stessi dicono di aver vissuto una scena da film, “come C.S.I.” dicono. Almeno per un giorno, infatti, questi residenti del salotto hanno rivissuto dal vivo ciò che, in maniera edulcorata ed unidirezionale, ammirano inebetiti sugli schermi della tv e sprofondati sul sofà.
Purtroppo però la realtà che viviamo non è un film e gli sbirri ammazzano davvero, prova ne sia la scia incredibile di morti che ogni anno lasciano dietro alle proprie esaltanti imprese.

Non ripeteremo qui, ancora, tutti i nomi di coloro che hanno trovato la morte per l’intervento di qualche divisa assassina. Ci limitiamo a dire che, avvengano per strada, in caserma, in carcere, meglio se lontano da sguardi indiscreti, queste morti hanno la comune caratteristica di essere omicidi di Stato, non certo incidenti accaduti per intervento divino.
Accade però, ogni qual volta intervengono vicende che vedono coinvolti appartenenti alle forze del (dis)ordine, che atti che commessi da persone normali porterebbero alla esecrazione pubblica nei confronti dei responsabili, viceversa quando commessi da personaggi in divisa ottengono la piena legittimazione e civica approvazione.

Gli onesti e bravi democratici pensano che facendo uccidere, o alla peggio incarcerare per anni chi non accetta le loro regole d’oro, sia un diritto inalienabile che gli viene dalla loro condizione di cittadini che pagano le tasse e vanno a votare. Pensano che sia giusto togliere la vita o la libertà a chi non rispetta queste regole “democratiche”. Così democratiche che prevedono solo due vie: il loro rispetto o il finire male.

Gli onesti e bravi democratici pensano che essere più sicuri significhi essere di conseguenza anche più liberi, perciò chiedono una vigilanza perpetua, pressante e totale su chiunque.

Ed infatti l’hanno ottenuta: telecamere intelligenti ad ogni angolo, militari nelle piazze, centri delle città sorvegliati come fortini, cantieri di grandi opere difesi dall’esercito come nel caso del TAV in Valsusa, documenti elettronici, velox, controlli a campione, prelievi del DNA a tappeto (come nel caso Yara, dove interi paesi sono stati obbligati a questo sopruso), ghettizzazione di intere aree e di intere etnie, ronde, carcerazioni preventive, fogli di via, continui ed infiniti divieti ed ordinanze dei sindaci sulle più svariate situazioni…

No non siete più liberi, nemmeno voi, cari onesti e bravi democratici, e quel che è peggio è che, indistintamente, tutti sono divenuti prigionieri delle vostre richieste di sicurezza, assieme agli interventi che hanno assecondato o hanno fatto finta di assecondare, fomentandole per prime, queste stesse lamentele e richieste.

E ci dispiace dirvelo, ma no, non siete nemmeno più sicuri di prima. O per voi è sicuro camminare per strada mentre un manipolo in divisa, armato di tuttopunto, spara per i vostri quartieri o uccide il prossimo Aldrovandi?

Gente così non dovrebbe nemmeno circolare”: perchè questa stessa frase non la usate anche nei confronti di quegli uomini armati che si aggirano nelle vostre stesse città? Forse solo perchè indossando una divisa?

Come si dice: avete barattato la libertà per la sicurezza, ed avete perso entrambe.

Noi invece non perderemo il nostro tempo per spiegarvi ancora il ruolo di difensori dei ricchi e dei potenti che rivestono all’interno di questo ordine sociale ed economico le forze di cosiddetta sicurezza. Ma prendiamo spunto dal fatto che in questi giorni le varie sigle sindacali del comparto sicurezza si sono mobilitate per chiedere maggiori fondi al Governo, lo stesso che tassa i cani per ciechi e l’interprete per i sordomuti, per un settore che molti di voi ritengono necessario.

Abbiamo sentito i poliziotti dire più di una volta, ed anche questa, di non avere ormai più i soldi nemmeno per la benzina delle auto di servizio. Strano, noi continuiamo invece a vederli in giro giorno e notte, nelle continue retate e perquisizioni contro gli immigrati, cosiccome nei caroselli continui in centro da parte della Digos, e non ci pare proprio che il loro parco macchine sia in cattiva salute.

Piangono i tagli operati al settore, ma se c’è un settore che non è mai in crisi è proprio il loro. E sarà destinato a crescere, se è vero come è vero che in futuro ci saranno fortunatamente sommosse e rivolte contro i responsabili di tutte le crisi e di tutte le miserie, di tutte le oppressioni e le devastazioni commesse in nome del profitto. Quanti sono i proventi destinati al comparto sicurezza che vengono tolti ad altri settori di cui voi, onesti e bravi democratici cittadini, vi lamentate, come la sanità, la previdenza e l’istruzione? Pensateci.

Lamentano poi turni massacranti in carcere per la polizia penitenziaria, perchè evidentemente anche il massacrare è massacrante.
Vogliono anche nuove carceri per massacrare più agevolmente i detenuti, senza che per farlo ci si debba spintonare tra colleghi in una cella di tre metri quadrati. Denunciano infine 5000 aggressioni all’anno alle guadie penitenziarie da parte dei detenuti. Troppe, secondo loro. Troppo poche, secondo altri.

Chiedono, in definitiva, più potere, più soldi e più uomini.

Vogliono semafori sempre verdi per per poter agire contro chi oltrepassa il rosso. E voi, onesti e bravi cittadini democratici, gliene state dando la possibilità.

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Una risposta a Semaforo rosso.

  1. Anarchici ferraresi scrive:

    Si riporta un esempio di come gli sbirri, non solo in Italia ma dappertutto, stanno assurgendo al ruolo di onnipresenti sorveglianti sempre pronti all`azione. Qui se la sono presa con un cieco.
    Se li si lascera` fare le nostre citta` saranno sempre piu` in mano a queste squadracce legalizzate che spadroneggiano indisturbate.

    (Fonte: ilsecoloxix.it)

    Londra – È polemica in Gran Bretagna dopo che la polizia ha
    immobilizzato con una pistola elettrica taser un cieco di 61 anni,
    confondendo il suo bastone per una spada da samurai.

    Colin Farmer, un architetto in pensione, stava andando a incontrare
    alcuni amici a Chorley, nel Lancashire, quando è stato colpito dal
    taser ed è caduto a terra. Un poliziotto ha quindi ammanettato l’uomo
    – che in passato ha sofferto di due ictus, è non vedente e paralizzato
    da un lato del suo corpo – il quale ha pensato di essere vittima di un
    rapinatore, non di certo di un agente.

    «Pensavo che mi stesse uccidendo», ha detto Farmer, ricordando il
    momento in cui è caduto a terra prima di essere ammanettato. L’uomo
    ora ha chiesto che il poliziotto venga licenziato.
    (RICHIESTA CHE MAGARI ANCHE ACCOGLIERANNO,
    CON LA SOLITA SCUSA DELLE MELE MARCE. NDR).

    Il fatto si è verificato nel tardo pomeriggio di venerdì scorso,
    quando Farmer si stava recando al pub per incontrare alcuni amici. La
    polizia aveva ricevuto una segnalazione di un uomo che si aggirava per
    il centro della cittadina armato di una spada e un agente che lo
    cercava è incappato nel non vedente, che ha confuso per il sospetto
    (FORTUNA CHE IL CIECO ERA IL CITTADINO E NON LO SBIRRO!! NDR).

    Gli ha urlato di fermarsi, Farmer ha creduto che si trattasse di un
    rapinatore e ha affrettato il passo. L’uomo è stato quindi raggiunto
    da una forte scarica elettrica alla schiena: «I miei muscoli si son
    lasciati andare e sono collassato a terra. Ho pensato che fosse un
    altro ictus».

    La polizia del Lancashire si è in seguito scusata per l’incidente e
    per il trauma causato a Farmer (SAI CHE SE NE FA DELLE SCUSE. ndr).

    L’incidente mette nuovamente sotto i riflettori l’utilizzo dei taser
    da parte della polizia. Lo scorso anno gli agenti li hanno impiegati
    su dei sospetti per almeno 1.081 volte, contro le 744 nel 2010, un
    aumento del 45 per cento. La federazione della polizia vuole che i
    taser disponibili aumentino dagli attuali 12mila a 36mila, ma molti
    hanno espresso dubbi riguardo queste armi, che in alcuni casi possono
    essere mortali.

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