Nuovo accoltellamento fascista.

Nel pomeriggio di domenica 2 dicembre 2012, un gruppo di neo-fascisti ha accoltellato Stefano, un compagno del centro sociale Orso di via Pichi (zona ticinese).
A 10 anni dall’omicidio di Davide Cesare “Dax”,  un altro giovane del centro sociale Orso accoltellato e ucciso da due neofascisti, in via Brioschi, a Milano il 16 marzo 2003, la storia si ripete.
L’agguato è stato teso in stazione Centrale, all’interno della metropolitana. Il compagno è stato ricoverato ed è attualmente fuori pericolo.
In serata un centinaio di antifascisti ha cercato di recarsi alla sede del movimento neo-nazi Hammerskin iin Viale Brianza, formazione apertamente ispirata al neonazismo della quale farebbero parte i due accoltellatori; contro le serrande della sede di ‘Lealtà e Azione’ i manifestanti hanno lanciato fioriere, petardi e fumogeni mentre altri hanno tracciato scritte antifasciste sui muri del palazzo, ma a difesa di queste merde assassine c’erano schiere di sbirri antisommossa che hanno disperso i compagni, tutelando i “diritti democratici” dei nostalgici accoltellatori e di fatto ribadendo, dopo la veglia notturna della digos sulla sede di Casapound di Bologna, la complicità tra forze dell’ordine e movimenti di estrema destra.

NESSUNA TREGUA AL FASCISMO, BRACCIO VIGLIACCO DELLO STATO!

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Una risposta a Nuovo accoltellamento fascista.

  1. Anarchici ferraresi scrive:

    http://daxvive.info/comunicato-sullaggressione-al-nostro-compagno-antifascista-avvenuto-il-2-dicembre-2012-presso-il-metro-della-stazione-centrale-di-milano/

    Comunicato sull’aggressione al nostro compagno antifascista del 2 dicembre 2012 presso la metro della Stazione Centrale di Milano

    Sono quasi passati dieci anni dalla tragica notte del 16 marzo 2003 e oggi ci ritroviamo in una situazione umana e giudiziaria simile a quella passata.
    Fortunatamente l’aggressione ha avuto un esito meno grave, anche se potenzialmente poteva essere mortale.
    Per noi la dinamica dei fatti è molto chiara oggi, come chiara lo era il giorno dopo l’uccisione di Davide Cesare nel 2003.
    Allora, con tenacia ferrea, riuscimmo a smascherare le menzogne di Stato subito incentrate sulla de-politicizzazione dell’accaduto sminuito in concerto anche dai media in una “rissa tra punk” e riuscimmo ad abbattere la grave falsità di “sequestro di salma da parte degli amici e amiche del deceduto Davide Cesare Dax”, che giustificava le cariche nei riguardi dei compagni e compagne presenti presso l’ospedale San Paolo di Milano.

    Perchè questo parallelismo?
    Perchè la ferita aperta dieci anni fa nell’antifascismo militante ancora sanguina e la nostra determinazione insieme alla ricerca delle responsabilità di coloro che inneggiano a violenza, razzismo, omofobia e squadrismo sono diventate perentorie.
    La cultura dei coltelli porta morte e i luoghi che la diffondono sono sempre più numerosi e chiari. Nonostante gli appoggi della destra istituzionale milanese e lombarda, non riusciranno a spogliarsi delle responsabilità politiche che hanno avuto in questa vicenda. Le sedi squadriste dei fascisti devono essere chiuse, senza se e senza ma, senza la minima tolleranza.

    Oggi non piangiamo un compagno come dieci anni fa solo per il “caso”.
    Il nostro compagno è fisicamente imponente; la sua “pellaccia” ha resistito e solo la fortuna non ha portato al peggio.
    Vogliamo chiarire qualche punto rispetto all’accaduto di domenica nella metro della Stazione Centrale alle ore 16:15 circa, tra i due boneheads e il militante antifascista. Senza scendere nei dettagli, lavoro che lasciamo agli inquirenti (verso cui la fiducia è limitata), riteniamo altresì fondamentale dire due parole agli amici, amiche, compagni, compagne e a tutti coloro che in questi anni abbiamo conosciuto e con cui abbiamo coltivato forti legami.
    I nazifascisti erano due, hanno ingaggiato un corpo a corpo sulla banchina della metro verde, accoltellando con 3 colpi d’arma bianca il nostro compagno, fendenti che hanno causato lacerazioni di fasce muscolari addominali e sfiorato per pochi millimetri l’arteria aorta.
    I due hanno inseguito il ferito fino alla banchina della metro gialla, sempre nella Stazione Centrale, rimostrando le armi e cercando di infliggere altri colpi, il tutto verosimilmente sotto le telecamere di videosorveglianza. Per fortuna, il nostro compagno ha trovato riparo in un bar.
    Lasciamo a voi altre interpretazioni legate alle documentazioni reali di medici e prove video che andranno a incidere sulla lealtà e l’azione di questi due individui.
    Il punto che sottolineiamo è che non ci interessa catalogare questi personaggi in una o in un’altra squadraccia milanese: restano membri della stessa servitù fascista.

    SENZA MEMEMORIA NON C’E’ FUTURO, CONTRO IL FASCISMO TOLLERANZA ZERO

    I compagni e le compagne di Dax – Milano, 5 dicembre 2012

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