Della quantità come sinonimo di viltà

la-moda-della-bugia-L-GrYAjBLa mistificazione, in termini numerici, è da sempre utile alla stigmatizzazione di lotte e dissensi. La quantità di persone che fanno fronte comune, anche solo per una singola occasione, contro qualcosa è indice della “forza” della lotta stessa. O così almeno ci viene da sempre insegnato.

Per cui il presidio di ieri 6 febbraio a Ferrara, accettando questa logica, dovrebbe significare una vittoria. Una ventina di “compagni” (quanto è triste dover apporre queste virgolette) in piazza contro gli sbirri (tutti e sempre assassini) non si sono mai visti a Ferrara per un presidio non autorizzato.

Quindi, secondo il teorema quantitativo, una piccola vittoria.

Chi scrive, però, non si ritrova nel suddetto teorema e misura i rapporti di forza in base alla qualità di un’azione e dei compagni stessi, non per mezzo dei numeri.

Non si può quindi che concludere che la giornata di ieri sia stata una piccola sconfitta. Non parliamo certo delle denunce che alcuni hanno rimediato (anzi, di quelle ce ne freghiamo altamente) ma di un altro fatto, ben più tragico: la persistente viltà davanti alla polizia.

È facile urlare “sbirri di merda” e “polizia assassina” davanti al ferrarese medio, ma tenere la testa alta, anche a costo di doversi subire le ovvie conseguenze legali, quando quella stessa polizia di merda ti spunta davanti è altra cosa: l’abbiamo notato quando all’arrivo di digos e volanti una buona decina di persone si sia dileguata lasciando pochi compagni alla mercé degli sbirri.

È venuto logico chiedersi il motivo della loro partecipazione. Un pomeriggio diverso? Sentimenti troppo blandi? Mancanza di coraggio nelle proprie vedute?

A una certa, stare a farsi il fegato amaro cercando le giustificazioni per ognuno dei fuggitivi è inutile: bisogna invece soffermarsi sul fatto in se e sulle conseguenze di quel gesto. E queste sono che alcuni compagni sono stati lasciati soli, sequestrati per un paio d’ore, scherniti e minacciati e, infine, denunciati. Il tutto nella più totale indifferenza di chi fino a poco tempo prima era in piazza con loro a urlare il solito “sbirri di merda”.

Quando manca l’appoggio e la solidarietà (alcuni hanno avuto l’ardire di portarsi sotto la questura per aspettare il rilascio dei fermati ma il protrarsi dell’attesa li ha fatti optare per un silenzioso ritorno verso le proprie case) non c’è nessuna affinità tra persone. Quando non si fa fronte comune non si è tra compagni. Quando prevale la paura ed i meschini calcoli sulla propria incolumità personale non ci può essere un percorso di lotta comune.

Si è davvero arcistufi di vedere e sentire un coraggio da leoni nelle parole e una fifa da coglioni per strada, peraltro poi nelle situazioni più tranquille quale poteva essere quella di ieri.

Sempre a parere di chi scrive, essere contro la polizia non può voler significare urlare due slogan al vento e poi darsela a gambe quando si avvistano le divise. L’odio contro gli sbirri deve collocarsi all’interno di un sentire e di un modo di agire più ampio e profondo. Gli sbirri vanno combattuti in ogni modo possibile, sempre. Non solo quando si rendono responsabili dell’assassinio di un giovane diciottenne nella propria città. A prescindere da ogni contingenza, il poliziotto è il porco a guardia dello stato, il protettore dell’oppressione di ognuno. In quanto tale va colpito. Senza se e senza ma.

Chi non può concepire una tal scelta di campo o chi non può darsi il coraggio tale per mettere in pratica queste semplici parole non è un compagno. Inutile quindi scendere in piazza insieme, fosse anche per urlare “polizia assassina”.

Questo dunque l’errore: forse ieri si è voluti inseguire il quantitativo, a scapito della qualità. Forse i pochi compagni rimasti avrebbero potuto meglio organizzarsi per un’azione sicuramente più incisiva e/o significativa invece che abdicare al mero calcolo numerico.

Ieri abbiamo perso una battaglia e alcune facce conosciute. Che la loro paura buon pro gli faccia.

Per conto mio, non arriverò mai a piegare la testa ed a scappare davanti ai massacratori di sempre, fosse pure a costo di doverne pagare le conseguenze.

Fieri alla luce del sole;come ladri nella notte

– uno dei “soliti” fermati –

Strego

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