“Il Grido delle Ninfee” num. 2 – Turbogas di Ferrara

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LA QUESTIONE DELLE NOCIVITÀ NON PUÒ ESSERE DISGIUNTA DA UNA RIFLESSIONE COMPLESSIVA SULLE CAUSE PRIMARIE DELLESCELTE CHE PRODUCONO LE STESSE E, QUINDI, DA UNA CRITICA GENERALIZZATA ALLO STESSO SISTEMA GENERANTE. ESSERE CONTRARI ALL’ESTENDERSI E AL DIFFONDERSI DI UNA CULTURA DI AVVELENAMENTO SOCIALE E DISTRUZIONE AMBIENTALE SIGNIFICA CONFRONTARSI CON I MOTIVI CHE NE HANNO PORTATO IL VERIFICARSI. NON POSSIAMO CHIAMARCI FUORI! NOI TUTTI SIAMO CONDIZIONATI DAGLI EVENTI E DALLE MODIFICAZIONI SOCIALI CHE QUESTE SCELTE SISTEMATICHE VENGONO A CREARE: TANTO PIÙ NE SAREMO SOGGETTI QUANTO PIÙ SI ESTENDERANNO E PARRANNO PROGETTI DIFFICILMENTE SORMONTABILI. INSISTENDO SUL LEGAME CHE INTERCORRE TRA NOCIVITÀ (EFFETTO) E SISTEMA-DOMINIO (CAUSA), DI FATTO MANIFESTIAMO LA NOSTRA VOLONTÀ DI SPINGERCI AL DI LA DI UNA CRITICA STUCCHEVOLE E LANGUIDA, CHE NON TIENE CONTO DEI VERI PROBLEMI. SE LA NOSTRA SALUTE È IMPORTANTE, BASILARE È ANCHE IL METODO CON CUI QUESTA VIENE OTTENUTA PERCHÉ OLTRE AL BENESSERE FISICO DOBBIAMO ASPIRARE ANCHE A QUELLO SOCIALE”.

UNA SCELTA RADICALE
La causa ambientalista sembra, in questi ultimi anni, beneficiare di una maggiore comprensione da parte di alcuni strati della società. Basti pensare ai recenti movimenti di protesta contro la linea TAV in Val Susa, dove gente comune si è finalmente mossa senza aspettare l’avvallo istituzionale o partitico e dove si è arrivati all’indubbio risultato di fermare (almeno per ora) l’opera devastatrice. L’impresa della popolazione della Val di Susa ci mostra come progetti considerati inevitabili, per gli interessi milionari degli impresari e le ferme decisioni dei governanti, possano (e debbano), invece, essere contrastati con l’impegno attivo di tutti coloro che quel progetto lo subiscono e lo subirebbero come uno stravolgimento della propria vita, oltre che della propria salute. Ma questo, se da una parte dimostra come il fenomeno viene avvertito e di come la politica ufficiale non sia in grado di rispondere alle legittime esigenze della gente, manifesta comunque troppo spesso una insufficienza di analisi nel risalire alle vere cause che determinano il generarsi di questi progetti eco e socio nocivi. “il Grido delle Ninfee” nasce come piccolo contributo di critica radicale che cerca di ovviare a questa lacuna: in opposizione alle nocività del ferrarese nel particolare e al processo di civilizzazione in generale. Proprio nel processo civilizzatore vediamo il principale nesso storico responsabile della tendenza degenerativa nell’evoluzione umana, che ha portato a partorire il mito dello sviluppo tecnologico come panacea assoluta e rimedio ai mali causati dalla “instabile” natura umana. Ora ci accorgiamo che questo è in realtà un cammino che ci ha portato a ben foschi esiti e che non può essere più seguito come modello. Serve una de-industrializzazione a tutti i livelli che porti ad una consistente e tangibile messa in discussione di quei valori che stanno portando la terra e i suoi abitanti animali ed umani ad un logoramento continuo e ad una distruzione imminente. Non è più pensabile risolvere il problema della conservazione della terra e della biodiversità con i mezzucci della politica parlamentare o con leggi che alimentino aspettative illusorie, come le norme che stabiliscono le percentuali di nocività che è lecito immettere nell’ambiente. La contesa si svolge ad altri livelli ed è fra continuare con questo sistema ecologicamente e socialmente degradante oppure attivarsi per il suo abbattimento o, se si vuole, tra la possibilità di un’esistenza diametralmente opposta a quella odierna o nessuna possibilità per il futuro. La scelta è tra un mondo senza veleni ed uno senza vita.
Se nel primo numero abbiamo affrontato quella che era la vicenda più recente dal punto di vista temporale per quel che riguarda le nocività nel ferrarese, e cioè le esalazioni e le “puzze” provenienti dal Petrolchimico e la mai chiusa vicenda dei tumori associati all’esposizione del CVM per i lavoratori dell’area, questa volta esamineremo quello che è forse l’argomento più sentito dagli abitanti: la costruzione della centrale Turbogas da 800Mw nell’area del Petrolchimico e i danni che ne deriveranno.
L’ inaugurazione della nuova centrale turbogas – si dice ormai completata all’80% – incombe minacciosa ed è stata annunciata sulla stampa locale per la prima metà del 2008(si diceva dovesse partire già nel 2006). Nel mentre, l’amministrazione comunale (di centro-sinistra) si ostina a tacciare i contrari alla centrale di ignoranza e di essere stati manipolati dalla propaganda delle destre, continuando a distogliere la pubblica attenzione dalle più che fondate preoccupazioni di molti ferraresi ed abitanti delle zone limitrofe, i quali temono per la propria salute. Ne è passato di tempo da quando, il 19 febbraio 2002, la giunta ha approvato la compatibilità ambientale del nuovo impianto; molti dati scientifici sono stati divulgati da singoli individui e comitati, e vari sono stati i tentativi di difendersi in qualche modo da un sopruso così schiacciante e palese, eppure i promotori della centrale turbogas non vogliono sentir ragioni: il profitto innanzi tutto e, come al solito, tutto ciò che può ostacolare il conseguimento di tale obbiettivo va rimosso; eliminato. E ciò vale anche per i dubbi e le convinzioni che la gente si è fatta sui rischi che la turbogas comporterà: onde evitare che intralcino i piani prestabiliti, se necessario, l’EniPower, i garanti, il sindaco Gaetano Sateriale, l’assessore provinciale all’ambiente Sergio Golinelli (dei Verdi, che a Ferrara sostengono la Turbogas!), il direttore regionale dell’Arpa Sandro Bratti e compagnia bella mentiranno fino all’ultimo, anche di fronte all’evidenza, portando a termine la loro campagna di disinformazione. Questo perché gli interessi in gioco sono molto grossi. Basta dare un’occhiata agli articoli pubblicati dall’anno scorso fino ad oggi sui quotidiani locali per rendersi conto della situazione. Inizialmente, ad esempio, il sindaco assicurò di poter interrompere in qualsiasi momento la costruzione della centrale se si fosse poi scoperto che essa avrebbe inquinato più delle attuali centrali, ma ora, di fronte ai numerosi avversi all’avvio dell’impianto, Sateriale nega e chiede ai cittadini se essi preferiscono forse centrali più inquinanti della turbogas, evitando però accuratamente di aggiungere che per legge entrambe le vecchie centrali esistenti dovranno comunque essere convertite a metano, e che per di più stanno per sostituire un impianto da 20 Mw con uno (turbogas) da 800Mw. Solo una delle due verrà dimessa (la CTE1, ex Enichem, riserva fredda da 20Mw, che va a gas naturale già da diversi anni), mentre la CTE2 da 60Mw, alimentata ancora per un 50%a gasolio, verrà convertita a metano e resterà come riserva fredda. Quindi la turbogas non è affatto stata costruita per ovviare ai problemi ambientali causati dai precedenti impianti, anzi, questa inquinerà molto più delle due centrali esistenti una volta convertite a metano e se consideriamo che la città di Ferrara è già sufficientemente teleriscaldata, allora viene da chiedersi in base a cosa si può sostenere che una turbogas da 800Mw sarà vantaggiosa per i ferraresi. Non dimentichiamoci, poi, che al Petrolchimico è già presente un’altra centrale elettrica di proprietà della CEF (Centro Energia Ferrara) e più precisamente una Turbogas da ben 150Mw a metano, (che non viene considerata nel computo delle sorgenti inquinanti presentati per l’approvazione del progetto relativo alla costruzione della nuova centrale) che funziona esclusivamente per cedere energia elettrica alla Rete Nazionale; di conseguenza questo tende senz’altro a smentire l’argomentazione ricorrente che serve più energia, dato che ve n’è già in sovrabbondanza (la CTE2, addirittura, marcia appena al 65%). Quali benefici apporterà, dunque, la nuova Turbogas? Alla salute di certo nessuno, è evidente, ed è altrettanto evidente che a guadagnarci sarà soltanto la SEF (società proprietaria); quest’impresa, infatti, evitando i costi di smantellamento o riconversione delle vecchie centrali, venderà l’energia generata dalla turbogas alle nuove imprese che verranno ad installarsi all’interno del Polo chimico allo stesso prezzo, facendo loro risparmiare i costi di trasporto (quindi, un’offerta economicamente vantaggiosa), il che significa che non solo dobbiamo preoccuparci delle 1000 e passa tonnellate di polveri ultrafini che ogni anno la nuova centrale riverserà nell’atmosfera, ma bisogna tenere presente che il mega-impianto attirerà nuove imprese nel petrolchimico, che già è estremamente deleterio così com’è ora, e che questi nuovi impianti a loro volta contribuiranno all’inquinamento complessivo. Non si può nemmeno avanzare il solito pretesto della creazione di nuovi posti di lavoro dato che la Turbogas, in fase di esercizio, occuperà una cinquantina di addetti, né più né meno di quanti lavorano oggi per le centrali che sostituirà. L’ estate scorsa, in una relazione in Comune, il sindaco affermava: “non intendiamo venir meno a decisioni già assunte, vogliamo garantire che la centrale funzionerà col minimo inquinamento tecnologicamente possibile”, il che equivale a dire: “qualunque cosa voi facciate, noi realizzeremo il miglior connubio tra le tecnologie a nostra disposizione ed i nostri tornaconti personali, e non è detto che questo escluda un peggioramento dell’inquinamento atmosferico (anzi) ma non intendiamo fare diversamente.” La situazione è addirittura peggiorata da quando la SEF ha chiesto di poter utilizzare gli off-gas (cioè i gas parzialmente incombusti e quindi altamente inquinanti emessi dai camini d’emergenza del petrolchimico ogni qualvolta un impianto va in blocco) nonostante, fra l’altro, il decreto di autorizzazione della turbogas (3 settembre 2002) prescriva che la centrale venga alimentata esclusivamente a metano e che debba essere realizzato un nuovo impianto specifico per il trattamento degli off-gas. Il decreto prescrive che la turbogas può essere avviata solo dopo la messa a regime di tale nuovo impianto degli off-gas. A tal proposito, in seguito alla proposta ventilata di attuare spegnimenti anti-smog degli impianti industriali, ( un po’ come avviene per gli stop delle auto) ultimamente il direttore del cantiere della turbogas Roberto Bonora (spalleggiato da Confindustria Ferrara) ha detto: “vorrei capire chi si prende la responsabilità di fermare un cantiere che ormai ha completato all’80% un investimento nell’ordine di 400 milioni di euro. I danni sarebbero praticamente incalcolabili. E non è vero che il progetto sia tanto cambiato da giustificare ripensamenti, c’è una richiesta di nuova Valutazione d’Impatto Ambientale che riguarda solo l’ impiego come combustibile degli off-gas(…)Un impianto chimico non si può spegnere da un giorno all’altro come la caldaia di casa”. Dunque era proprio allo scopo di arrivare indisturbati fino al punto di poter dire ai contestatori “siete arrivati troppo tardi: la turbogas è già in piedi, e se non la facciamo partire chi di voi ci risarcisce il mega-danno?” che si continuava tanto a parlare di vantaggi per i cittadini e di diminuzione delle emissioni di particolato (le famose polveri fini), entrambe fandonie in realtà! Quindi non era vero che il Comune ha “l’esclusività” in materia urbanistica e che pertanto restava ancora una porta aperta all’ abrogazione del Piano Particolareggiato (presentazione autorizzata il 26 novembre 2002)? E le penali milionarie non erano escluse dal fatto che quello della turbogas è un cantiere privato? E che dire a proposito delle dimissioni date dall’ex-direttore dei lavori, ingegner Guggi, il quale ha rinunciato al proprio incarico denunciando la mancanza di un elenco di tecnici e specialisti che si assumessero le responsabilità civili e penali della progettazione esecutiva e della costruzione dell’opera? Quanti altri dubbi e quante altre domande (retoriche) ci si può porre su di un impianto che fin dalla palificazione ha visto nascere un’inchiesta sul presunto inquinamento delle falde acquifere? Aggiungiamoci pure il fatto che per accertare se il reato d’inquinamento si fosse consumato si sarebbe dovuta effettuare una perizia, ma la Procura ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta, con la scusa che bloccare i lavori di costruzione ed ordinare la perizia sarebbe stato troppo costoso ed “impegnativo” (?!), e verificare se i pali della centrale, penetrati nel terreno per ben 25 metri, hanno realmente inquinato una falda è stato definito “chiaramente impossibile”! (si ripete, insomma, quanto è successo per l’inchiesta contro la Solvay, che ha inquinato per anni i terreni con il CVM per poi essere assolta nelle aule dei tribunali borghesi). Il punto è che questo cantiere, posizionato tra lo stabilimento chimico BASELL ed il canale, a pochi chilometri dal centro storico ed in una zona densamente abitata, sta davvero avanzando ad alta velocità (la SEF avrebbe dovuto, “teoricamente”, prima bonificare l’area e poi costruire – dato che sul terreno in cui sorgerà sono state trovate grosse traccie di mercurio, nickel, cromo, arsenico e dell’immancabile CVM – ma sembra che l’iter proceda all’inverso) ma è ancora in attesa di trovare soluzioni consone all’impianto (per non far decorrere i 12 mesi dall’ approvazione dei lavori). Per fare un esempio, c’è da notare come nel maggio 2006 Antonio Cuore, Presidente dell’Enipower Ferrara escludesse la possibilità di installare sistemi all’ammoniaca d’abbattimento degli Nox (i famosi e nocivi ossidi di azoto, che una volta in atmosfera generano le micropolveri) perché, diceva, “poi dovremmo costruire un impianto d’abbattimento dell’ammoniaca”, mentre soltanto 2 mesi dopo, il direttore dell’Arpa Bratti dichiarava: “attraverso l’impiego di filtri ad ammoniaca SCR potremo ottenere un abbattimento del particolato fine del 40% più vantaggioso rispetto ad una processo di combustione a ciclo combinato standard, e che pertanto l’ARPA ne richiede l’installazione alla SEF” (pare semplicemente che l’SCR sia il tipo di filtro più conveniente, economicamente parlando). E pensare che una centrale turbogas da 800Mw è comunque molto nociva anche se realizzata “al meglio”; figuriamoci cosa dobbiamo aspettarci da quella della SEF! Già nel 1998 la Comunità Europea, nel “Fine-Particle Emissions and Human Health” metteva in guardia contro la pericolosità delle micropolveri ed indicava tra le fonti inquinanti le centrali turbogas. A detta di vari esperti, le centrali a ciclo combinato (ciclo a gas – ciclo a vapore) rappresentano il meglio che la tecnologia termoelettrica possa oggi offrire per efficienza di produzione e contenimento di emissioni inquinanti ma pare che, allo stato di degrado ambientale in cui ci troviamo, non basti accontentarsi del “meglio del peggio”. Anche ponendo il caso che l’energia prodotta dalla SEF servisse ai cittadini e non alle nuove imprese che verranno a loro volta ad inquinare il territorio, bisognerebbe ugualmente domandarsi se quest’”indispensabile” energia valga la pena di farci ammalare e morire! Forse è ora di chiedersi se non siano proprio i nostri stessi ritmi di produzione ed il nostro stile di vita programmato per il consumo sfrenato ad essere completamente incompatibili col rispetto del Pianeta. Anche ammettendo che la centrale turbogas in questione rispetti il limite annuo di emissioni ed emetta quindi al massimo 1085 tonnellate di micro-polveri all’anno, non dovremo sentirci al sicuro perché, come si evince dal “Fine-Particle Emissions and Human Health”, per le micropolveri non esiste una soglia minima di pericolosità, e cioè sono altamente dannose anche a concentrazioni bassissime. Oltretutto, per ottenere l’autorizzazione per le nuove centrali si richiede la stima della produzione di polveri totali emesse direttamente dai camini (particolato primario) senza differenziare le ultragrossolane dalle ultrafini, quando è noto che le particelle di diametro inferiore a 2,5 millesimi di millimetro (PM2,5 e PM0,1, di cui nella VIA non si tiene conto) sono addirittura peggiori delle Pm10 (ultragrossolane), in quanto penetrano direttamente nei polmoni. Stando ai dati raccolti ed analizzati dal Centro Nazionale delle Ricerche (CNR), anche la gran parte (<95%) delle polveri emesse direttamente del camino rientra nella categoria PM2,5 e la maggior parte delle polveri si forma in atmosfera (particolato secondario) e quindi non è rilevabile al camino. Già nell’agosto 2003 il “Working Group on Particulate Matter” del programma Clean Air For Europe della Commissione Europea raccomandava di utilizzare il particolato PM2,5 come parametro principale per la valutazione dell’esposizione ambientale alle micropolveri, eppure, in barba a tutte le precedenti considerazioni veniamo a sapere dai giornali che l’Arpa ha finalmente deciso (ben 3 anni dopo!!!) di inserire nelle nuove centraline rilevatori di PM2,5 e di attestare sui 25microgrammi la soglia di concentrazione (non ancora ufficializzata). Ma se, come precedentemente detto, le micropolveri non hanno una soglia al di sotto della quale non sono (o sono meno) dannose, questo è soltanto un ennesimo inganno! La tanto decantata favola in cui le BAT (Best Available Techniques, Migliori Tecnologie Disponibili) salvano il Pianeta senza intralciare l’impassibile avanzata del Progresso, appare sempre più come una menzogna bella e buona per farci dormire sonni tranquilli, intorpiditi da una pesante coltre d’indifferenza. La situazione è grave non solo a livello provinciale, tant’è vero che persino in un rapporto sugli effetti dei cambiamenti climatici, redatto dal direttore del British Government Economic Service, Sir Nicholas Stern “l’idea stessa di sviluppo sostenibile (…) viene messa in discussione”; ma è proprio per il fatto che il quadro generale è già di per sé drammatico e che Ferrara appare persino nelle famose mappe satellitari termocolorimetriche come il sito più inquinato dalle micropolveri in Europa, che non possiamo continuare a berci le frottole di chi se ne infischia dell’ambiente e della vita stessa, guidato com’è dalla propria sete di denaro. Quante altre se ne dovranno inventare da qui all’attivazione della centrale? Non molte ancora pare, visto che, a sentir loro, mancano davvero pochi mesi ormai all’inaugurazione, ma intanto sinistre e destre si danno da fare nel loro teatrino istituzionale, cercando di aggrapparsi alle poltrone di palazzo e svuotando di senso, come solo loro sanno fare, ogni argomento capiti loro sul copione. Gli ultimissimi eventi parlano chiaro: due esponenti delle stesse destre che hanno varato il decreto sbloccacentrali e che sono favorevoli alle centrali nucleari si sono improvvisati ambientalisti nel promuovere un referendum autogestito (autogestito perché ben 2 richieste ufficiali sono state bocciate dai garanti), finalizzato a cancellare la prima autorizzazione urbanistica ( cioè il via libera al Piano Particolareggiato, al fine di fermare tutto quanto) per cavalcare l’ondata di legittimo dissenso che si sta sollevando contro Sateriale e la sua giunta. La risposta della sinistra a tale iniziativa è stata grottesca. Prendiamo in esempio un’affermazione agghiacciante di Mauro Cavallini(DS): “l’affluenza non è così sorprendente, era un dato abbastanza prevedibile(…)Ma non va enfatizzata la cosa, perché se per mesi e mesi si fa una campagna che dice che stiamo morendo tutti e che domani moriremo di più, le adesioni arrivano”. Della serie ”la gente non è in grado di prendere da sé decisioni valide e pertanto non teniamo in considerazione i loro isterismi”. Chi vuole ancora credere alla favola della “democrazia” si accomodi pure a godersi in diretta lo sviluppo dei suoi frutti cancerogeni, ma resta il fatto che moltissimi ferraresi hanno capito a che genere di disastro stiamo andando incontro. Se alcuni di quegli 11500 che sono andati alle urne autogestite, esprimendo il loro “NO!” alla centrale, cominciassero a bloccare materialmente e fisicamente i lavori, come è successo in Val Susa per la TAV ed autogestissero la lotta, allora forse la costruzione della Turbogas potrebbe davvero essere fermata: è solamente questione di dare concretezza e coerenza a questo NO

Un po’ di dati:
– La nuova centrale turbogas brucerà più di 400 milioni di metri cubi di gas metano, pari alla quantità consumata nell’intera provincia di FERRARA per usi domestici e industriali.
– Immetterà ogni anno nell’atmosfera 35 miliardi di metri cubi di inquinanti, contenenti:
1) 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica(CO2);
2) più di 1000 tonnellate annue di Ossidi di Azoto (NOx), precursori delle letali polveri sottili (microparticolato) di cui circa 200 di primario PM10 ed 800 di secondario PM2,5;
3) una gran quantità di polveri ultrafini non rilevabili al camino;
4) quasi 2000 tonnellate annue di monossido di carbonio (CO);
5) 42 tonnellate annue di inquinanti estremamente pericolosi come la formaldeide, benzene ed idrocarburi;
Inoltre emetterà Più di380.000 metri cubi di vapore acqueo, pari al riscaldamento di 24.000 alloggi (immaginiamo l’umidità prodotta!)

– La Commissione Scientifica sulla centrale turbogas dell’Università di Ferrara, presieduta dal Prof.. Franco Prodi, nella relazione completata nell’ottobre 2005 sottolinea gli effetti deleteri degli ossidi di azoto (Nox) sulla salute umana. Le mappe termocolorimetriche indicano che il livello di massima intensità di tale inquinamento sovrasta la Pianura Padana in generale e la zona di Ferrara in particolare. Si stima che la perdita dell’aspettativa di vita causata dalle PM2,5 sia valutabile in circa 36 mesi.
– Il rapporto ambiente-salute nel profilo di salute della popolazione di Ferrara per l’ anno 2001 del Dipartimento di Sanità Pubblica riporta che la patologia neoplastica (tumorale) è stata responsabile del 52,85%dei casi di decesso per la popolazione compresa fra i 45 ed i 75 anni, per il periodo riportato. Le tabelle relative all’incidenza ed alla mortalità dei vari tumori presenti sul nostro territorio collocano Ferrara in vetta alla classificazione nazionale per le donne, mentre gli uomini si collocano al secondo posto.
– Infine bisogna tenere in considerazione che gli impianti da 100 e più Mw sono oltremodo problematici per le zone di pianura in quanto esse solitamente sono aree scarsamente ventilate, dove cioè non si ha una sufficiente dispersione delle emissioni. Ferrara ha una media annua di 22 giorni di vento con velocità maggiore di 6m/sec, e meno di 10 giorni con vento superiore ai 10m/sec, “capace di effettuare un’effettiva pulizia dell’aria dalle particelle PM2,5 e PM10” ( che semplicemente si spostano momentaneamente e vanno a nuocere da un’altra parte…).

Cronologia dell’iter di costruzione della centrale Turbogas
– 27/1/2001: SEF deposita presso il comune di Ferrara l’istanza per ottenere il giudizio di compatibilità ambientale;
– 13/3/2001: via libera al SIA (studio impatto ambientale);
– Maggio 2001: firmato l’Accordo di Programma sul Polo Chimico Ferrarese, alla presenza del Ministero dell’industria, della Regione Emilia Romagna, Comune, Provincia e le rappresentanze sindacali ed imprenditoriali;
– 31/1/2002: il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Dipartimento per il Coordinamento dello Sviluppo del Territorio, per le Politiche del Personale e per gli Affari Generali condivide i pareri favorevoli;
– 19/2/2002: la giunta ha approvato la compatibilità ambientale del nuovo impianto;
– 2/3/2002: il Ministero della Salute, Direzione Generale Prevenzione, esprime parere favorevole;
– 14/3/2002: parere favorevole da parte della Commissione per la Valutazione dell’Impatto Ambientale(VIA);
– 3/9/2002: rilascio del decreto di autorizzazione della turbogas, dopo il parere favorevole del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio di concerto con il Ministro per i Beni e le Attività Culturali;
– 26/11/2002: autorizzazione della giunta alla presentazione del piano particolareggiato;
– 6/12/2002: autorizzazione per costruire da parte del Ministero delle Attività Produttive;
– 25/2/2003: conferenza dei servizi e parere favorevole dell’ASL di Ferrara;
– 12/3/2003: parere favorevole dell’Arpa di Ferrara;
– 23/6/2003 approvazione del piano particolareggiato;
– luglio 2003: approvazione del Consiglio Comunale del piano particolareggiato;
– 18/2/2004: rilascio della concessione edilizia da parte del Comune di Ferrara.

Diamo un nome ai responsabili della costruzione della Turbogas:

Proprietà:

SOCIETÀ SEF – SERVIZI ENERGETICI FERRARA
Gli azionisti di riferimento sono MPE S.p.A. (Gruppo Merloni), Foster Wheeler Italiana S.p.A (Gruppo Foster Wheeler) e Società EniPower S.p.A. (Gruppo Eni).

SOCIETÀ ENIPOWER
la società è controllata da EniPower S.p.a. (51%) e ha come socio di minoranza la società elettrica svizzera
Elektrizitats – Gesellschaft Laufenburg (EGL)
sedi principali:

Piazzale Mattei, 1, 00144 Roma
Tel: 06.59821
Fax: 06.59822141

Piazza Azio Vanoni, 1,
20097 San Donato Milanese (MI)
Tel: 02.5201

EGL Italia S.p.a.
Direzione generale e commerciale:
via Antica Fiumara 6,
16149 Genova
Tel: 010.291041
Fax: 010. 2910444

Presidenza e Relazioni Istituzionali:
via IV Novembre 149,
00186 Roma
Tel: 06.4546821
Fax: 06.454682222

MPE S.p.A.
Numero Verde : 800-071775
e-mail: info@emmepie.it
uffici:
viale Certosa 277
20151 Milano (sede legale)
Tel: 02.307021
Fax: 02.30702571
Via della Scrofa 64
00186 Roma
Tel: 06.68396309
Fax: 06.68396352

FOSTER WHEELER ITALIANA S.p.A.
Via Sebastiano Caboto 1,
20094 Corsico(MI)

Tel: 02.44861
Fax: 02.44863131
e-mail:fwceu_sales@fwceu.com
sito:www.fwc.com/contact

Ditte costruttrici o coinvolte a vario titolo:
DITTA BENTINI S.p.A.
La ditta (un mix multi-societario italo/algerino) è titolare dell’appalto edilizio per la costruzione della centrale di Ferrara ed è quella che commissiona i sub-appalti.
Via G.Verdi 20,
48018 Faenza(RA)
Tel: 054.622065
Fax: 054.6661475
e-mail:bentini@bentini.it

DITTA TREVI S.p.A
Una delle ditte devastatrici italiane più attive (il gruppo è posseduto al 65% dalla famiglia Trevisani e per la rimanenza da investitori pubblici), anche a livello internazionale con la realizzazione di dighe, autostrade, gallerie, ponti e impianti in mezzo mondo mentre in Italia è responsabile della costruzione della tratta ad Alta Velocità TO-MI; della galleria TAV BO-FI; di impianti di ricerca di Idrocarburi a Piacenza; dei parcheggi Trevipark a Cesena e Roma; dei pozzi drenanti per la Torre di Pisa; nonché della nuova Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze. Si è occupata della palificazione della Turbogas.
Sede:
via Dismano 5819,
47023 Cesena
Tel: 0547.319311
Fax: 0547.317395
sito:www.trevispa.com
e-mai.:trevi@trevispa.com

C.M.G. S.r.L. costruzioni meccaniche generali
Piazzale Donegani 10
44100 Ferrara
Tel: 0533.51353
e-mail: cmgsrl@libero.it
via Setter 17/19
44040 Cassana (FE)
tel: 0532.731266 – 0532.730630
e-mail:info@cmgsrl.net
sito:www.cmgsrl.net (sito in costruzione).

SITIE S.p.A. IMPIANTI INDUSTRIALI
opera nel settore delle installazioni elettriche e di strumentazione industriale, dalla progettazione all’avviamento degli impianti, comprendendo anche i servizi di ingegneria e di project management. Una parte significativa delle risorse del settore è dedicata ai contratti di manutenzione pluriennali presso stabilimenti petrolchimici, impianti petroliferi e centrali elettriche.
L’azienda è risultata coinvolta nel giro di tangenti all’EniPower proprio per la costruzione delle nuove centrali Turbogas.
Via Giovanni Finati 6,
44044 Cassana (FE)
Tel: 0532.734611
Fax: 0532.734603
e-mail:sitie@sitie.it
sito:www.sitie.it

cantiere Sitie c/o Enichem:
via piazzale Donegani 12,
44100 Ferrara
Tel: 0532.52631

IDROMACCHINE S.r.L. (costruzione e montaggio impianti industriali).
È l’azienda che tra l’ altro ha progettato il Mose di Venezia e ne detiene i brevetti.
Stabilimento:
via dell’Elettricità 15/17
30175 PortoMarghera(VE)
Tel: 041.5381488
Fax: 041.5380975
e-mail: info@idromacchine.it – idromac@tin.it

SORTINI Franco & Marco S.r.L. (urbanizzazione, strade e fognature)
Via dei Calzolai 134a,
44100 Malborghetto (FE)
Tel: 0532.751107
Fax: 0532.51947

ANSALDO ENERGIA
controllata da Finmeccanica: già costruttrice della metropolitana di Shangai e dedita al nucleare, l’azienda italiana sta sperimentando le BAT (le nuove tecnologie migliorative) sulla centrale Turbogas di Mantova. SEF è fiduciosa di poterle montare al più presto.

GRUPPO HERA FERRARA
La Multiutility dovrebbe firmare un accordo con SEF per la fornitura di 130 tonnellate all’ora di vapore per il teleriscaldamento, indispensabile al funzionamento del ciclo combinato della centrale termoelettrica Turbogas.
Sede:
via C. Diana 40,
40044 Cassana (FE)
Fax: 0532.780200
Numero Verde: 800.999500

ISSA AUTOGRÙ S.r.L. (fornitore di macchine per la costruzione)
Via Paganini 3,
44100 Ferrara.
Fax: 0532.903287
Tel: 0532.91377
Cell: 348.4108923

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