S’illumina la notte tra il 13 e il 14 agosto nel quartiere Amiens-Nord, dichiarata di recente “zona di sicurezza prioritaria” dal governo. Non sono le luci delle case, niente feste di ferragosto. A squarciare il buio sono stati i fuochi appiccati – secondo fonti istituzionali – da un centinaio di giovani dello stesso quartiere. Gli obiettivi, ormai “tradizione popolare”, sono stati principalmente autovetture parcheggiate, utilizzate per erigere barricate e fermare l’avanzata della polizia quando i lanci di oggetti non risultassero più sufficienti. E, esattamente come nel 2005, anche gli edifici pubblici: una scuola è stata data alle fiamme, una palestra ha subito lo stesso trattamento.
Le forze dell’ordine hanno risposto con generoso utilizzo di gas lacrimogeni e “flashball”, i fucili caricati a pallottole di caucciù della grandezza di palline da golf in dotazione alla Brigata Anti Crimine, la Polizia riservata alle banlieue. (fra la poliza si contano diversi feriti).
Sopraffatti dalla reazione popolare dei giovani, i politici locali e il governo nazionale hanno condannato fermamente le violenze: il presidente Hollande vuole “ristabilire la calma con ogni mezzo dello Stato”, ed ha affermato che la sicurezza “è un dovere delle Stato”. Il Ministro dell’Interno, Manuel Valls, si è recato ieri pomeriggio nel quartiere per tentare di riportare la calma, ma senza troppo successo: accompagnato per tutta la sua permanenza da una folla di residenti che lo hanno fischiato e contestato. (…) Lo stesso Valls ha aggiunto che “non è in nessun modo scusabile che qualcuno tiri sulla polizia, che tiri sulle forze dell’ordine e che bruci degli edifici pubblici […] La legge e l’ordine repubblicano devono ritrovare il loro posto, qui, ad Amiens”.
La ricostruzione dei fatti da parte dei politici, di destra e di sinistra, è comunque a senso unico: si parla di “aggressioni agli agenti da parte dei giovani durante normali controlli” (sindaco socialista di Amiens) o dell’aumento delle “contestazioni violente ai controlli di polizia [che] sembrano essere divenute la regola. La Paura ha cambiato campo!” (segretario nazionale UMP per le forze di sicurezza). Ed è il Front National che riassume la linea comune in materia di politiche securitarie: “la Francia deve farsi rispettare”.
Stando alle testimonianze finora raccolte, sembra che lo scontro tra giovani del quartiere e le forze di polizia non sia mai cessato e, anzi, abbia seguito la curva dell’escalation proprio in questi ultimi mesi. La “scintilla” sarebbe stata un controllo stradale ad automobilista avvenuto domenica sera. Un gruppo di residenti, riunito poco distante per la veglia funebre di un ragazzo di 20 anni morto per un incidente in moto, ha dichiarato di essere stati invasi dal fumo dei gas lacrimogeni, utilizzati dagli agenti durante il “normale” controllo stradale. Gli stessi residenti hanno ritenuto questa pratica “eccessiva”. A questo episodio sarebbe seguiti, nello spazio di pochissimi giorni, diversi altri “controlli”, fino all’esplosione della rivolta.
Il Governo e il Ministero dell’Interno hanno già mobilitato ingenti rinforzi da tutta la regione, portando il numero di agenti presenti in loco a 250 – a fronte dei 30 normalmente impiegati – tra cui un’intera brigata della BAC direttamente da Parigi e un elicottero.
Notizie tratte da www.zic.it
C`e` chi giura che la rivolta non e` finita qui. E noi facciamo il tifo per lei.